La
città delle emergenze
Emergenza
copertura Redefossi, emergenza abitativa, emergenza tralicci
alta tensione, emergenza traffico, emergenza riqualificazione
aree dismesse, emergenza Viboldone, emergenza culturale.
Tutta colpa dell'attuale Amministrazione cittadina? Sarebbe
ingeneroso affermarlo visto che questa ha dimostrato, e dimostra,
di volerle affrontare con determinazione alla ricerca di soluzioni
accettabili.
Osservando però la composizione dell'attuale Consiglio
comunale balza all'occhio un aspetto curioso. Buona parte
dei suoi membri, a vario titolo e per tempi diversi, hanno
ricoperto ruoli di responsabilità nella gestione della
Città e quindi a ben ragione possono essere considerati
gli artefici dell'attuale situazione.
"San Giuliano città ferita" era stato, nelle
elezioni amministrative del 2004, lo slogan più gettonato
e promosso, assurdamente, da chi aveva avuto modo di "tenere
il coltello per il manico". Oggi, grazie ai progressi
della chirurgia plastica, molti combattono un'aspra battaglia
politica ammantati con la candida veste della verginella e
qualcuno addirittura, nelle file della maggioranza, tiene
il piede comodamente in due scarpe.
Ciò che non è concesso a San Giuliano è
stato invece accolto con ammirazione nella vicina San Donato.
Lì, a lato della ex via Emilia, la muraglia di palazzi
non è stata considerata una improvvida colata di cemento
ma un'opera d'arte perché a firmarla sono stati architetti
di grido. Eppure la sostanza non cambia.
Il concentrasi unicamente nella soluzione delle emergenze
senza, contestualmente, programmare un futuro accettabile
rischia di creare le premesse per nuove emergenze.
Paradossalmente l'unico progetto per la Città che racchiude
valenze di turismo culturale, economiche, occupazionali, ambientali,
sociali, artistiche, è stato ideato e promosso da un
gruppo di cittadini, ma non trova ancora gambe certe per camminare. |