| |
 |
| Rassegna
Stampa Internazionale |
 |
Cooperazione
Settimanale di Coop - Basilea (Svizzera)
|
di
Isabella Visetti - 16.06.2004
|
Il
fragore delle armi
Viaggio tra passato e presente nella provincia meridionale di Milano,
sul campo della battaglia che cambiò i destini della Svizzera
Melegnano, l'antica Marignano dell'omonima battaglia fra svizzeri e francesi
del 1515, non ha la tipica fisionomia da paese-dormitorio dell'hinterland
milanese. Inaspettatamente, tra le case figlie del boom edilizio anni
'60, spuntano i segni di un ricco passato. E' questa la vera sorpresa
che riserva questa cittadina di oltre 15mila abitanti. L'altra, quella
che Melegnano non fu teatro della battaglia a cui diede il nome, l'avevamo
già appresa navigando nel mondo virtuale. In realtà, lo
scontro avvenne a Zivido, nel territorio di San Giuliano Milanese.
Si sa, per molto tempo la storia è stata scritta dai vincitori.
I cronachisti al seguito dei vittoriosi francesi, nelle loro testimonianze
riportarono "Marignan". La definizione fuorviante non è
però casuale: "Melegnano è sempre stato un centro strategico
importante, via di transito obbligata verso Sud grazie all'unico ponte
sul Lambro", ci spiega Vitantonio Palmisano, grande conoscitore delle
vicende melegnanesi. Ora le placide acque del fiume, da cui sale un odore
poco piacevole, e la trafficata via Emilia evocano ricordi più
recenti, di inquinamento e scarsa tutela ambientale. Non così il
Castello di Melegnano, simbolo dell'epoca viscontea, edificato intorno
al 1400. L'ampio cortile interno e il fossato sono un'oasi verde ben curata,
che si anima ogni anno il Giovedì santo in occasione della Fiera
del Perdono, gigantesca festa popolare con un denso e variato programma
di manifestazioni.
Per scovare l'antico borgo di Zivido occorre attraversare un'anonima
zona industriale e commerciale. Come per magia, appare una strada acciottolata
e avvolta nel silenzio: un vero balzo nel passato. Il Castello Brivio-Sforza,
dove si asserragliarono 300 zurighesi in fuga, appartiene a privati. Le
tradizionali cascine affacciate sulla via sono state in parte ristrutturate,
rispettando la tipologia originale. In fondo, si intravede la chiesetta,
sotto la quale sono seppelliti i resti dei soldati francesi e svizzeri
morti in battaglia. I loro discendenti, turisti interessati alla storia,
sono tra i visitatori più assidui di questo luogo che oscilla tra
passato e presente, dove si incrociano gesta epiche e semplici realtà
quotidiane. Un modo come un'altro per riflettere sulle mille contraddizioni
della vita.
|