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10.10.2002
- di Giulia Cerboni
I privati salveranno la cascina Occhiò
La chiesetta di Occhiò non è passata totalmente inosservata.
Dopo l'appello lanciato nei mesi scorsi dal presidente dell'associazione
culturale Zivido Pierino Esposti agli imprenditori della zona, il sodalizio
locale è stato contattato per avere informazioni aggiuntive riguardo
al reperto storico. A dimostrare particolare interesse è stato
un ente milanese, forse disposto a fornire un aiuto. E l'auspicio è
quello di trovare un veicolo per salvare dal totale degrado la struttura,
che secondo Esposti risale all'epoca romana, in cui dovrebbero essere
effettuati urgenti interventi strutturali. «È nostra intenzione
continuare questo percorso che si presenta tutt'altro che facile - fa
sapere a questo proposito Esposti -, in quanto ci sono pregevoli affreschi
da tutelare, senza contare che si tratta di una testimonianza che potrebbe
fornire un contributo per la ricostruzione del passato di tutta l'area
Sudmilanese». Una questione ribadita tantissime volte, finchè
Occhiò non si è trasformata in una discarica. Da lì
la scelta di inserire un appello sul sito molto frequentato da studiosi
dell'area meneghina, anche se il richiamo era soprattutto volto ai numerosi
operatori economici attivi nella zona. E l'associazione rimane ancora
in attesa anche del parere scritto dalla Soprintendenza, che l'inverno
scorso aveva effettuato un sopralluogo sul posto. L'obiettivo è
infatti quello di rivolgersi poi agli atenei che possano avere un interesse
didattico, da coltivare su quell'area, che anche per la posizione decentrata
dal resto del territorio, sembra totalmente dimenticata dal resto della
cittadinanza. E un pezzo importante della storia locale verrà così
salvato e riportato a vita nuova.
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