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Rassegna
Stampa Nazionale
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10.10.2003
- di Giulia Cerboni
Zivido - Il progetto per la creazione di un ente per rivalutare l'intero
patrimonio storico locale
Azioni ai cittadini per salvare il parco
Una formula giuridica di azionariato popolare, in cui chi investirà
nell'Ente Parco, potrà ricevere cedole, con gli utili. Questa in
sintesi l'idea proposta dall'associazione Zivido, ritenuta dai promotori
una soluzione che si potrebbe rivelare vincente sia per la gestione del
Parco dei Giganti, che per la rivalutazione di tutto il patrimonio storico
locale. Compresa la fatiscente chiesetta di Occhiò. E questa volta,
si comincia anche a parlare di tempi e scadenze. Anche a richiesta di
numerosi cittadini che scrivono all'associazione per sapere quando potranno
veder crescere il tanto agognato parco. «Per la realizzazione dell'intero
progetto - fa sapere il presidente Pierino Esposti -, credo che siano
necessari circa 5 anni. Anche se per la prossima rievocazione storica
dovrebbe essere pronta l'arena. Ma anche per la costituzione di una società,
piuttosto che di una cooperativa, a cui i cittadini potrebbero partecipare
acquistando delle quote, credo che già dall'anno prossimo si possa
partire. Su questo aspetto a breve avremo un confronto con il sindaco
Marco Toni, ma ritengo che se anche il 51 per cento del patrimonio rimane
in mano pubblica, l'importante è che la gente senta propria questa
nuova porzione di territorio, così come per gli altri beni culturali
che abbiamo a disposizione. In questo modo potrebbe rimanere un forte
interesse non solo alla manutenzione, ma anche a mettere in campo idee
e iniziative di carattere turistico culturale». I proventi infatti
arriverebbero dalla gestione di un punto di ristoro, in cui saranno in
vendita anche cartoline e opuscoli, nonché dall'apertura di un
museo storico, da itinerari guidati e da altre attività che potrebbero
essere mese in campo una volta che sia tutto pronto per il decollo. Anche
se, viene ribadito, che chi avrà interesse ad inserirsi in questo
circuito, che dovrebbe portare anche ad un ritorno economico, sarebbe
importante che cominci a fornire la propria collaborazione sin dalla fase
della realizzazione. «Magari costituendo inizialmente una realtà
pubblica, che potrebbe dismettere le quote in un secondo tempo»
conclude Esposti. Non c'è limite insomma per le idee, anche se
è già all'opera un gruppo di professionisti legati al sodalizio
per stilare un progetto di base, che tenga conto dell'aspetto naturale,
tanto di quello storico e culturale. E ai sangiulianesi, toccherà
poi pensare come far fruttare il bene pubblico.
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