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Rassegna
Stampa Nazionale
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15.09.2003
- di Giulia Cerboni
Fra streghe, botteghe del '500, dame e cavalieri è incominciata
ieri la festa per ricordare la battaglia dei Giganti
Una giornata per viaggiare nel tempo
Sesto Ulteriano si è trasformato in un borgo rinascimentale
Mentre una fattucchiera si è dilettata in pozioni e stregonerie
che hanno attirato l'attenzione di decine di bambini, altre dame del Cinqucento
erano impegnato con matasse di lana e lunghi aghi utilizzati per confezionare
cuscini. Tutti rigorosamente in costume d'epoca, commercianti, componenti
di associazioni e semplici cittadini di Sesto Ulteriano, ieri pomeriggio
hanno così trasformato il loro borgo in una fiera del Cinquecento.
La via principale della frazione si è quindi arricchita con una
serie di bancarelle dove esposti in bella vista si potevano trovare oggetti
ormai desueti, a fianco di creazioni ispirate ai Giganti. Una gamma che
spazia dai ferri per sistemare gli aratri, ai pizzi realizzati a tombolo,
fino a recipienti colmi di erbe curative. Mentre entrando in una caratteristica
aia lombarda, si poteva trovare la carne pronta per essere cotta sulla
brace, in mezzo a tante piccole "botteghe", dove ciascuno ha
tirato fuori dal solaio ciò che di più antico conservava.
Altri invece, hanno giocato di fantasia. Certo è, che per questa
edizione della Fiera dei Giganti con cui si è aperto il programma
della rievocazione storica che si concluderà domenica prossima,
non è assolutamente mancato l'entusiasmo.
"Io abito a Sesto Ulteriano e la mia vita è legata al teatro
- racconta Milena Bisacco, con un rigoroso trucco da strega, accanto al
suo banchetto munito di pipistrelli e artifizi magici -. Ho creato questo
spazio utilizzando tutto il materiale che avevo in casa. Soprattutto si
divertono i bambini, che a volte inizialmente si mostrano anche spaventati".
E anche Giancarlo Cantoni ha tirato fuori del solaio strumenti un po'
arrugginiti, che per il popolo dell'epoca rinascimentale erano preziosi
utensili del quotidiano. "Si ferma molta gente incuriosita - ha spiegato,
illustrando alcune particolarità -. Ho qui una vecchia trappola
per lepri e una spazzola di ferro con cui venivano pulite le mucche. Ho
cercato di riunire il materiale che avevo, sfruttando questa occasione
di festa". E poi non sono mancati ricami e altri elaborati lavori.
"Abbiamo un arcolaio che serviva per le matasse di lana e altri vecchi
strumenti – spiega Angela Passa -. Tutte cose trovate in soffitta".
Ha riscosso il giusto successo anche l'idea delle bandiere con gli stemmi
da far sventolare sulle terrazze delle case. "Ne sono state distribuite
oltre un centinaio", hanno infatti confermato i componenti dell'associazione
Zivido. Ma tra i protagonisti che hanno collaborato per creare un'atmosfera
veramente suggestiva, c'è Mariangela Brambilla di Lodi, che anche
in questa edizione ha messo a frutto la sua passione di confezionare abiti
del passato, recuperando colori e modelli da libri e illustrazioni.
"Quest'anno ne ho confezionati una decina - racconta -. Lavorando
tutta la giornata, ci si impiega 4 o 5 giorni per ogni vestito. Mentre
per i colori ci si ispira all'epoca, anche se questi variavano da zona
a zona". Ecco quindi i protagonisti di un evento che sembra arricchirsi
di anno in anno con tante idee rubate dai risvolti più coloriti
della storia. Persino i bambini, per un giorno hanno dimenticato la classica
altalena per arrampicarsi e dondolare su sacchi di juta.
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