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Rassegna
Stampa Nazionale
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18.09.2006
- di Emanuele Dolcini
Allo studio una seconda scultura sull’evento
Ritorno a Marignano, la grande battaglia verso i cinque
secoli
San Giuliano, Battaglia dei Giganti fra tradizione e progetti futuri a
Zivido, mentre i cinquecento anni dal grande evento europeo si avvicinano
sempre più. Ancora una volta ieri nella frazione di San Giuliano
Milanese il 491esimo anniversario dello scontro ha messo in moto iniziative,
a cominciare dalla rievocazione storica in costume curata dall’Associazione
Zivido, riflessioni e nuovi percorsi per arricchire la centralità
della battaglia nella storia locale. La commemorazione ha rinnovato i
gemellaggi e i legami di amicizia fra San Giuliano e diversi comuni d’Europa.
In municipio, all’apertura della giornata, non sono mancate le presenze
di David Vogelsanger, console svizzero in Milano; dei rappresentanti istituzionali
di Boussy Saint-George, la località francese vicina a Parigi gemellata
da tempo con San Giuliano, a partire dal vicesindaco François Barnier;
di Roland Haudenschild dell’associazione Pro Marignano di Berna.
Insomma, voci per le tre principali nazioni coinvolte nell’evento
bellico, chiamate a spiegare che cosa cinque secoli (quasi esatti..) dopo
quell’evento significa per la memoria collettiva. Vogelsanger ha
sottolineato ancora una volta come gli svizzeri che conoscono la loro
storia individuano in Marignano, o Zivido che dir si voglia, «il
più sanguinoso giorno del nostro Paese». La stima dei soldati
confederati presenti allora nelle campagne del Lambro, infatti, è
di trentamila di cui ottomila caduti:«La più grande unità
di battaglia mai messa in campo dalla mia nazione». La tremenda
sconfitta, mise però in moto, sottolinea il console «quella
scelta di neutralità che da allora è diventata fondamento
del nostro Stato». Negli stessi anni di Marignano, peraltro, nasceva
un’altra grande tradizione elvetica: la Guardia pontificia. E il
diplomatico d’oltralpe non ha dimenticato come proprio nel 2006 i
cinquecento anni dell’esercito del papa (fondato nel 1506) abbiano
rinsaldato i legami fra la Svizzera e la Bassa, dato che le ex guardie
papali in marcia pochi mesi fa verso Roma sono passate proprio dalla via
Emilia. «Io stesso le ho accompagnate a piedi sino al passo della
Cisa», ha precisato l’ospite elvetico. Anche François
Barnier spiega come nella battaglia persa da svizzeri e sforzeschi nel
settembre 1515 c’è da un lato «la prefigurazione delle
ecatombi della guerra moderna», ma dall’altro «l’inizio
della neutralità come base della pace europea». Sul contrasto
sangue-rinascita sono sempre state basate anche le interpretazioni artistiche
di quel giorno e presto potrebbe aggiungersene una nuova. Ieri è
stato presentato infatti il bozzetto di “Ascesa”, l’opera
della scultrice milanese Nicoletta Frigerio che dopo essere stata ospite
di San Giuliano con la personale “Conflitti”, è stata
incaricata ora di studiare un gruppo scultoreo ispirato alla battaglia.
Un progetto ambizioso, visto che potrebbe essere realizzato come scultura
semiacquatica fra le vie Gorky, Giganti e Brigate Partigiane. Nel pieno
pomeriggio parola al folklore con il corteo storico, come sempre coordinato
con estrema cura dei particolari dall’Associazione Zivido di Pierino
Esposti. Quest’anno si è segnalato l’apporto delle scuole
locali: gli alunni della media Milani hanno proposto danze rinascimentali
e hanno allestito un “pranzo a Palazzo” nella rocca di Zivido.
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