| |
 |
|
Rassegna
Stampa Nazionale
|

20.09.2005
- di Emanuele Dolcini
Presenti alla rievocazione personalità svizzere e francesi
Ritorna la battaglia dei Giganti e questa volta parla
tre lingue
Commemorazione della battaglia dei Giganti lanciata verso i 500 anni:
manca ormai solo un decennio a quella che, giudicando da ieri, sarà
veramente una grande rievocazione storica con un forte significato di
fratellanza europea. La quindicesima rievocazione della battaglia combattuta
nelle campagne di Zivido il 13 e 14 settembre di 490 anni fa si è
conclusa domenica riunendo almeno tre diverse componenti. Innanzitutto
la riproposizione, nella nuova “Arena dei Giganti”, dello scontro
bellico portato in scena da figuranti; in secondo luogo la gradita presenza
a San Giuliano di un folto numero di abitanti di Pontcharra, cittadina
del Delfinato che diede natali e sepoltura a Pierre Terrail detto Le Bayard,
ovvero il Baiardo, il più valoroso cavaliere del re vincitore Francesco
I; infine il quarantesimo dalla posa del monumento voluto dalla Confederazione
elvetica ai caduti di Zivido, l’opera di Josef Bisa realizzata nel
1965. In fondo, un motivo di ricordare e riflettere per ogni nazione erede
di quelle che si affrontarono allora: Francia, Italia, Svizzera. E rappresentanti
delle tre nazioni erano presenti ieri pomeriggio in municipio per un momento
di festa e reciproca conoscenza che è risultato davvero cosmopolita,
visto che si è parlato quasi più francese che italiano.
Accolti dal padrone di casa, il sindaco Marco Toni, c’erano Renaud
Levy, il console generale di Francia in Milano; Marzio Tartini, console
aggiunto della Confederazione Elvetica; François Barnier, amministratore
di Boussy Saint-George, cittadina francese gemellata con San Giuliano;
Roland Haudenschild, rappresentante della bernese associazione Pro Marignano.
Ma la nota forse più originale è stata il soggiorno sangiulianese
di un gran numero di iscritti alla “Associazione Amis de Bayard”,
sia cittadini di Pontcharra guidati dal presidente del sodalizio Jean
Baccard, sia svizzeri che portando “Bayard” come cognome, ritengono
di avere trovato in Marignano le proprie origini remote. Coreografica
l’accoglienza studiata: in municipio sono stati introdotti dal “ciambellano”
Piero Esposti, infaticabile presidente dell’associazione Zivido da
sempre dietro l’organizzazione, ovviamente Francesco I, poi il Baiardo,
quindi il bellicoso cardinale-soldato Matthaeus Schinner, prelato elvetico
reclutatore di mercenari, ed altri protagonisti dei Giganti. Ma se questa
nota di colore realizzata grazie alla disponibilità di cittadini
sangiulianesi ha catturato i sorrisi, non sono mancate le riflessioni
serie. Il console Levy, ad esempio, ha indicato la significatività
del fatto che «su un campo di battaglia di cinque secoli fa oggi
è nato uno spazio pubblico, il Parco dei Giganti». Il vice
console svizzero ha annotato il già accennato quarantesimo anniversario
dalla posa del monumento di Bisa, e anch’egli ha ricordato come,
nella comprensione della propria identità nazionale, gli elvetici
abbiano sempre visto in Marignano uno spartiacque: «Fu l’ultima
battaglia di un popolo guerriero che capì l’importanza della
neutralità». La XV rievocazione ha quindi preso la forma
del corteo storico e dello spettacolo “La grande battaglia”,
un po’ guastato dalla pioggia ma seguito come sempre da molti appassionati.
|