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Rassegna
Stampa Nazionale
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27.10.2001
- di Giulia Cerboni
Vasi, monili e statuette risalirebbero a un'epoca precedente a quella
romana, ma nessuno ha fatto le analisi
Il passato sepolto in magazzino
Svaniti nel nulla i reperti ritirati dalla soprintendenza
Reperti della storia di Zivido dimenticati in un magazzino della soprintendenza.
Una serie di oggetti, alcuni dei quali secondo una valutazione di massima,
risalirebbero a un'epoca antecedente a quella romana, sono stati ritirati
infatti due anni fa dall'allora responsabile di zona della soprintendenza
all'archeologia, Stefania Iorio, dopodich� non si � saputo più niente.
A trovare il materiale, tra il terreno dissodato durante i lavori nelle
cantine del Castello, è stato un socio del sodalizio culturale di Zivido,
che ha raccolto pezzi di vasellame, monili, cocci di un'anfora per trasporto
fluviale e statuette con volti femminili, al fine di evitare che fossero
andati persi. Il tutto è stato poi consegnato a Pierino Esposti, il presidente
dell'associazione, che ha effettuato una serie di fotografie, l'unica
prova rimasta, per poi avvertire immediatamente l'ente competente. Il
materiale è stato poi immediatamente ritirato e portato nella sede di
Milano, dove esperti avrebbero dovuto procedere all'analisi, al fine di
individuare il periodo storico in cui collocarli. "Nel tempo ho sollecitato
una risposta, dal momento che si tratta di oggetti che assumono valore
solo se inseriti nel contesto originario in cui sono stati trovati.
Si tratta di vasi spezzati e altri oggetti, di cui per noi sarebbe importante
conoscere le date a cui risalgono, dal momento che questi testimoniano
il passaggio di altre civilt� sul territorio in cui oggi viviamo - spiega
Esposti -. Mi auguro pertanto che i reperti di Zivido non vengano dimenticati
in qualche magazzino, anche perch� la nostra idea sarebbe quella di individuare
una piccola area in cui allestire un museo di storia del territorio".
Ma oltre a queste antiche testimonianze trovate casualmente, senza effettuare
scavi, l'associazione ha interpellato la soprintendenza affinch� intervenisse
per la chiesa di Occhi�, che sorgerebbe sulle fondamenta di un tempio
romano, anche se all'interno sono state ritrovate scritte in caratteri
difficili da identificare, che potrebbero farla risalire ulteriormente
nel tempo. "Nella primavera scorsa abbiamo inviato una lettera chiedendo
un sopralluogo - prosegue -: riteniamo infatti che si tratti di un'area
di forte interesse sotto l'aspetto culturale. Abbiamo infatti trovato
simboli che possono essere importanti non solo per il nostro territorio,
ma anche per ricucire alcuni fili della storia di tutta l'area milanese.
E anche questa volta c'è stato silenzio assoluto. Penso che varrebbe la
pena che, prima che vada tutto in rovina, qualcuno venisse almeno a perlustrare
l'area per valutare se sia di interesse archeologico o meno". Esposti
sottolinea infatti che il tetto della struttura si sta ormai sgretolando
e la stessa sorte toccher� anche alla facciata, nelle cui pareti interne
ci sono affreschi sovrapposti uno all'altro.
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