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Rassegna
Stampa Nazionale
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05 aprile
2006 - di Alessandra Zanardi
Il 10 aprile deporranno una targa per ricordare gli avi caduti durante
la Battaglia dei Giganti del 1515
Guardie svizzere, omaggio ai connazionali
Approderanno a Melegnano il 10 aprile e da qui ripartiranno alla volta
di Roma la Guardie svizzere pontificie in arrivo nel Milanese. Per festeggiare
i 500 anni di fondazione del corpo difensivo voluto da papa Giulio II,
operativo a tutti gli effetti dal 1506, una delegazione di militi partirà
da Bellinzona per raggiungere Roma. Milano è tappa obbligata del
tragitto: insieme a una rappresentanza del corpo forestale dello Stato,
le Guardie arriveranno in via Corridoni alle 14 di lunedì prossimo.
Da qui partiranno alla volta dell'hinterlanda, per fare tappa al monumento
dei caduti di Zivido: così le uniformi di oggi renderanno omaggio
ai connazionali di ieri, scomparsi durante la battaglia di Marignano del
13 e 14 settembre 1515. Di fronte al cippo commemorativo le Guardie apporranno
una targa a ricordo del sacrificio compiuto dagli avi per difendere il
ducato di Milano dalle mire espansionistiche di Francesco I. Seguirà
una breve cerimonia religiosa. Alle 15,15 il corteo arriverà a
Rocca Brivio. Nella villa seicentesca incastonata nel Parco Sud, tra Melegnano
e San Giuliano, la delegazione sarà ricevuta dai sindaci delle
due città del Sud Milano, Ercolino Dolcini e Marco Toni. Ad accogliere
il drappello anche Roland Haudenschild, presidente della fondazione Pro
Marignano, e l'esecuzione dal vivo degli inni nazionali italiano, svizzero
e del Vaticano. Proprio da Sud Milano la delegazione ripartirà
il giorno dopo, per riprendere il cammino verso la capitale. Secondo lo
storico Pierino Esposti, tra i massimi conoscitori delle vicende del settembre
1515, la visita della Guardie pontificie è un grande onore per
il territorio, che in questo modo ricorda il sanguinoso scontro passato
alla storia come battaglia dei Giganti. Nel combattimento si fronteggiarono
svizzeri e francesi; in palio c'era la supremazia sul Ducato di Milano,
passaggio obbligato per il controllo della Lombardia e dell'intero Nord
Italia. Gli svizzeri ebbero la peggio: lasciati soli a reggere l'urto
dell'esercito di re Francesco (le truppe papali di supporto rinunciarono
a portare aiuto e rimasero asserragliate a Piacenza), vennero decimati
dall'artiglieria pesante. I morti furono 12mila su un totale di 25mila
combattenti. Tra loro molti giovani, figli e padri di famiglie indigenti:
la povertà li costringeva ad arruolarsi per raccimolare qualche
soldo. La battaglia di Marignano è rimasta negli annali come l'ultima
guerra combattuta dalle truppe d'Oltralpe: dopo la poderosa sconfitta
gli svizzeri decisero di adottare uno schema difensivo e di rifugiarsi
in quella condizione di neutralità, che dura ancora oggi.
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