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Nel
1597 monsignor Alessandro Mazenta effettuava una visita pastorale
a Cantalupo presso l'oratorio dei SS. Naborre e Felice, la cui origine
risaliva a un'epoca precedente. In tale circostanza fu rilevata
la necessità di riallestire l'edificio inmaniera più
consona alle sue funzioni di culto, decorandolo con pitture e proteggendolo
con un cancello, imponendone altrimenti la demolizione: si trattava
presumibilmente di una piccola edicola ubicata nei campi, aperta
e dotata di un altare. Da parte della famiglia Olocati, proprietaria
del podere, fu allora intrapresa la costruzione di un oratorio,
che ebbe termine il 26 settembre 1602 e fu dedicato a S. Lorenzo.
Al completamento del nuovo edificio, inizialmente privo di decorazioni
pittoriche a eccezione di una tavola - ora perduta - raffigurante
"San Francesco d'Assisi mentre riceve le stimmate", a
quella data mancavano il campanile e la sacrestia, compiuti rispettivamente
nel 1609 e nel 1622, data quest'ultima a cui è documentato
anche l'ampliamento del presbiterio.
Successivamente la famiglia Vismara, subentrata agli Olocati e ai
Brocco nella proprietà di Cantalupo, decise di attuare lavori
di rinnovamento nella chiesa, che ormai mostrava evidenti segni
di degrado causati dall'incuria e dal tempo. Compiuta entro il 1740,
la ricostruzione condusse all'assetto architettonico attuale, caratterizzato
da una pianta rettangolare con una sola navata e un'ampi sacrestia
retrostante la zona presbiteriale. Il resoconto della visita pastorale
di Giuseppe Pozzobonelli (1749) offre preziosi ragguagli circa la
decorazione interna, anch'essa tramandatasi quasi integralmente
fino ad oggi: l'altare, in marmi policromi dalle ariose forme proprie
del barocchetto lombardo, era sormontato dalla pala raffigurante
la "Madonna con il Bambino e i santi Lorenzo e Carlo",
opera di Giambattista Sassi (1747). Allo stesso autore si riferiscono
con ogni probabilità le quattro immagini affrescate a coppie
alle pareti laterali dell'aula, raffiguranti i santi Filippo Neri,
Domenico, Francesco di paola, Vincenzo Ferrer, meno plausibile è
invece l'attribuzione allo stesso artista della medaglia settecentesca
con angeli tra le nubi situata sulla volta del presbiterio, a meno
di non considerarla ampiamente ridipinta successivamente. All'esterno
invece, sopra la porta di acesso dell'oratorio, era stata affrescata
l'immagine di san Lorenzo, da considerare ormai perduta. E, ancora,
la zona presbiteriale, rialzata, è delimitata da una coeva
balaustra in marmo, con pregevoli cancelli e parapetti in ferro
battuto.
Dal 1831, anno in cui entrarono in possesso dei beni di Cantalupo,
i Luoghi pii elemosinieri provvidero con attenzione alle esigenze
conservative della chiesa rinnovandone periodicamente la dotazione
di arredi liturgici; nel 1845 il falegname Carlo Piatti di Melegnano
realizzò dodici panche in noce, mentre la bussola di accesso,
le cimase lignee dorate soprastanti le finestre e le porte di comunicazione
tra la chiesa e la sacrestia risalgono all'intervento di ripristino
del 1884. In quell'anno le pareti interne dell'oratorio furono scrostate
e intonacate in cemento per prevenire l'umidità, rispettando
fortunatamente i cinque dipinti ad affresco. Fu allora realizzato
l'elegante apparato decorativo che tuttora contraddistingue l'edificio,
consistente in riquadri architettonici mistilinei che, nella volta
del presbiterio, si arricchiscono di angeli reggenti cartigli e
di girali vegetali in monocromo. Una serie di incisioni raffiguranti
le stazioni della Via Crucis e due oleografie di qualità
raffiguranti i Sacri Cuori di Gesù e di Maria completano
l'ambiente conferendogli una gradevole "allure" tardo
ottocentesca.
(Sergio Rebora, da "Il tesoro dei poveri", Silvana Editoriale,
2001)
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