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Rocca Brivio: cenni storici

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Parlare della Rocca Brivio significa ritornare col pensiero alle lotte del periodo comunale, che opposero i milanesi ai lodigiani. Il confine tra il territorio dei due comuni era segnato dal Lambro, nel punto in cui esso attraversa Melegnano, e i milanesi, come punta di diamante del loro sistema difensivo, avevano un castello, chiamato di San Materno, costruito sulla sponda sinistra del fiume.
Con il trattato di Costanza, del 25 giugno 1183, Melegnano e il suo castello vennero assegnati a Lodi. E' assai probabile, quindi, che i milanesi, avendo perso la loro roccaforte di l� del lambro, avvertissero l'inderogabile bisogno di costruirne una nuova di qua del fiume: ed il punto più adatto era quello in cui ora sorge la Rocca Brivio, per la sua posizione elevata rispetto ai terreni circostanti.
Se ne sentir� parlare per la prima volta nei primi anni del 1200, quando Goffredo da Bussero la nomin� nel suo elenco delle chiese ed oratori milanesi, assegnandole una chiesa, Sancta Maria ad Rocham Meregnani.
Si sa che la rocca, dalla comunit� milanese, pass� in propriet� del Monastero di Calvenzano, che era anche proprietario di molte terre circostanti, cedute prima in affitto livellario, poi direttamente in enfiteusi perpetua, ai Brivio. In particolare la Rocca risulta essere in mano alla famiglia già dal 1383, come � testimoniato da un documento, il primo del genere, dell'archivio Brivio. ma la rocca la dovevano possedere da tempo.
I Brivio, d'origine germanica, vennero probabilmente in Italia nel XII secolo. Qui, stabilitisi nel paese di Brivio, ne assunsero il cognome. Il primo dato documentario � l'acquisto da parte di Ambrogio, abitante nel castello di Brivio, di terreni a Zivido dai Visconti.
Qualche anno dopo deve essere accaduto qualche cosa di non chiaro, con la perdita di una parte dei beni dei Brivio, tanto che Francesco Brivio il 5 febbraio 1392 venne a patti con il lodigiano Ottone Rusca, per preservare i suoi beni.
Per meglio consolidare il possesso della Rocca, ancora di propriet� del monastero di Calvenzano, Francesco Brivio, il 10 febbraio 1397, indusse la propriet� dei fondi a trasformare in perpetua l'enfiteusi a suo tempo costituita in suo favore sulle terre, ammontanti ad una superficie di 585 pertiche milanesi, e sulla Rocca.
Non sappiamo con certezza quando i Brivio ottennero la Rocca , ma � probabile che ci� sia avvenuto nella seconda met� del XIII secolo, poich� a quel tempo l'antico strumento di difesa aveva già perduto il suo valore strategico.
Ovviamente la Rocca � intimamente legata alle vicende della famiglia Brivio, la quale, dopo aver acquistato vasti possedimenti a Zivido, Carpianello, Rovido, ottenne pure il diritto feudale sul tratto del fiume Lambro che va dal ponte di Linate sino a Melegnano . Essi promossero tutta una serie di lavori di sistemazione idrica, necessari all'irrigazione dei campi, quali le levate di Gabazzo, Bolgiano e Carpianello, oltre alla costruzione della roggia Nuova, di cui si ha notizia sin dal 1461.
Nel 1606 acquistarono pure i terreni necessari per la costruzione del cavo Gerenzana.
Il periodo aureo della famiglia corre tra il XV e il XVI secolo, quando alcuni dei suoi membri furono insigniti delle più alte cariche dello Stato Milanese. Giacomo Stefano Brivio, tesoriere ducale, ottenne nel 1513 da Massimiliano Sforza il feudo di Melegnano, e ci� anche in virt� di un cospicuo prestito, da lui fatto, per rinsanguare l'esausto tesoro del Duca. La costante fedelt� dei Brivio alle sorti del ducato milanese fu premiata con la concessione dell'autorizzazione ad abbinare il nome del casato degli Sforza a quello del proprio casato: cosicch� la nobile famiglia pot�, da allora, chiamarsi Brivio-Sforza.
Nella seconda met� del Seicento la Rocca fu trasformata nell'importante dimora nobiliare ancora oggi esistente. A quel periodo appartiene la facciata, di cui non si conosce l'architetto che la progett�, mentre la parte Sud del corpo principale fu terminata in tempi recenti, verso la fine dell'ottocento, poich� nella mappa catastale del 1856 non risulta ancora edificata.
Come già detto, nella Rocca vi era un'oratorio antico dedicato alla Nativit� della Vergine maria; probabilmente era situato fuori dal complesso dell'edificio, perch� negli atti delle visite pastorali di San carlo si legge che nella Rocca Brivio, vi si trova un Oratorio situato in mezzo ad una vigna, scomodo agli abitanti del luogo. Il marchese Brivio, proprietario dell'oratorio, chiese l'autorizzazione ad abbatterlo per poterlo ricostruire a fianco delle case del detto luogo, a sue spese, in forma migliore e più moderna.
Abbattuto il vecchio oratorio, esso venne ricostruito nel complesso del nuovo palazzo come � documentato da un atto del 1709, che lo descrive splendidamente arredato, con una ancona preziosa ed altare in marmo.
Nella Rocca fu ospite più volte San Carlo Borromeo. In una stanza erano conservati un inginocchiatoio da lui stesso usato ed una cassapanca, foderata in velluto, ove il sant'uomo deponeva i suoi abiti.
La Rocca fu presidiata l'8 giugno 1859 dagli austriaci in ritirata, i quali si attestarono anche alla Rampina, arrendendosi poi ai francesi.
Il marchese Giacomo Brivio, che fu sindaco di San Giuliano dal 1875 al 1882, fece costruire nel cortile un arco trionfale in pietra, in onore dell'imperatore francese Napoleone III. Nel grande salone d'onore vi erano inoltre esposti i busti di Pio IX e di Camillo Benso conte di Cavour, oltre ai ritratti di Napoleone I e Napoleone III, assieme a due bandiere tricolori usate nel 1848.
Durante l'ultima guerra la Rocca fu sede di un presidio tedesco: lo Stab-Kobold, un autoparco che serviva da rifornimento per l'esercito.

(da Luciano Previato "San Giuliano Milanese - una storia da raccontare", ed. Coop. Ed. Nuova Brianza, Renate (MI), luglio 1989)


 

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