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Sac. Enrico
Villa
San Matroniano
nella leggenda
e nella storia
Documenti e note critiche
Milano
Basilica dei SS. Apostoli
e Nazaro Maggiore
1942-XX
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Il
giovane Guglielmo de' Boccardi e S.Lazzaro Boccardio
Nella leggenda dataci dal Fiamma fa la sua prima comparsa il giovane Guglielmo
de' Boccardi, nobile milanese, e Matroniano è pure detto appartenente
alla famiglia de' Boccardi.
Guglielmo è certo un nome del tardo Medio Evo; i de' Boccardi rievocano
una illustre casata.
Il Giussano nello stendere la descrizione della ricognizione di corpi
santi e di reliquie, compiuta da san Carlo nella Basilica degli Apostoli
l'anno 1578, accenna anche al ritrovamento del corpo di quattro santi
arcivescovi “Venerio Oldrado, Glicerio Landriano, Marolo e Lazzaro
Boccardio”, successori immediati di Ambrogio.
Di tre vescovi, il Giussano, tentò determinare il casato ed a Lazzaro
attribuisce il cognome di Boccardio.
Non è certo fortuita l'identità di casato tra il vescovo
Lazzaro, Matroniano ed il nobile Guglielmo.
Lo storico di san Carlo o si rifà alla tradizione e ciò
non pare, poiché il Rubeo dandoci la versione latina della vita
di san Carlo stesa dal Giussano, tralascia d'attribuire casati ai tre
vescovi e si può quindi facilmente dedurre che mancavano i documenti
convincenti; oppure volle appagare, come già Galvano Fiamma, la
non insolita ambizione di qualche illustre casata, che nei santi Lazzaro
e Matroniano e nel giovane Guglielmo riconosceva tre dei suoi illustri
antenati.
Sa Lazzaro poi, come si afferma comunemente – il Savio ne dubita
– introdusse nella liturgia ambrosiana le Litanie Triduane. Il testo
di queste Litanie, come illustrerò più innanzi, lo troviamo
in codici del sec. XI, i più antichi che rimangono, ed in quelle
proprie della Basilica degli Apostoli è pure inserita l'invocazione
a san Matroniano.
San Lazzaro venne eletto vescovo nell'anno 450 e governò la Chiesa
milanese per tre lustri. Parrebbe che san Lazzaro ebbe a che fare coll'eremita
matroniano, se non che accorgimenti storici inducono a pensare altrimenti.
Fu nel sec. V-VI che si fissarono i vari sacramentari ambrosiani contenenti
le formule per le azioni sacre: quelle predisposte per la celebrazione
eucaristica, per il battesimo, per le ordinazioni, per la riconciliazione
dei penitenti, etc.
Le più numerose sono quelle che riguardano la celebrazione eucaristica,
l'anafora, ed una speciale categoria è data dai prefazi. Un buon
gruppo di questi celebrano la “translationes (reliquiarum)”,
parecchi riguardano direttamente le traslazioni avvenute nella Basilica
Apostolorum: “Translatio S.Nazarii”, “Natale S.Andreae
ap. Missa in Vigilia”, “Natale S.Johannes evangelistae”,
“Translatio S.Thomae ap.”.
Potremmo chiederci il perchè si celebrava il natale di questi tre
postoli oltre al natale dei SS.Pietro e Paolo, come attesta lo stesso
Ambrogio in “De Virginitate” (19,12-125) e non di tutti gli
Apostoli.
Il perchè lo si trova nel Martirologio detto di san Gerolamo “A
Milano, sull'ingresso delle reliquie degli Apostoli Giovanni, Andrea e
Tommaso nella basilica presso la porta romana”.
Le reliquie dei tre apostoli su accennati serviranno alla solenne dedicazione
della Basilica degli Apostoli compiuta da sant'Ambrogio.
Come mai allora non abbiamo un prefazio che commemori la traslazione di
san Matroniano se realmente fosse avvenuta prima del VI secolo?
Non va certo dimenticato un dato importante, che cioè il culto
liturgico nei primi secoli della Chiesa si tributava unicamente ai martiri,
mentre il culto ai Confessori subentrerà assai tardi; non prima
dell'VIII secolo.
Il passaggio non fu repentino e se solo coll'VIII secolo la Chiesa decreta
onori liturgici ai Confessori, è evidente che il popolo già
da tempo li onorava e li venerava. Non mancano infatti prefazi anteriori
al sec. VI, pochi invero, dedicati ai Confessori.
Orbene la mancanza di un prefazio che commemori la traslazione di san
Matroniano, e la constatazione che solo nell'VIII sec. Si ha il primo
accenno nell'Itinerario a Matroniano eremita e confessore, se vietano
di ritenere che Matroniano visse nel sec. V, il secolo di san Lazzaro,
non vietano però di supporre che sia vissuto nel sec. VI-VII.
Evidentemente né il vescovo san Lazzaro, né il presunto
Guglielmo de' Boccardi ebbero a che fare con Matroniano, né quest'ultimo
appartenne mai al casato de' Boccardi.
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