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Sac. Enrico
Villa
San Matroniano
nella leggenda
e nella storia
Documenti e note critiche
Milano
Basilica dei SS. Apostoli
e Nazaro Maggiore
1942-XX
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Il
trionfo dei Corpi Santi; Tesoro della Basilica degli Apostoli; a chiusura
del V Concilio provinciale
Se san Carlo per lo zelo della «Domus Dei» fu draconiano nell'imporre
il restauro della Basilica, ebbe anche per essa espressioni di grande
pietà venerando, quale Metropolita circondato dai Vescovi suffraganei
e dall'intero popolo lombardo, i pegni preziosi della Basilica: i Corpi
Santi.
Nel 1578 compie la ricognizione delle Reliquie degli Apostoli e dei ss.
Nazaro, Venerio, Marolo, Glicerio, Lazzaro, Matroniano ed Ulderico, che
fece riporre provvisoriamente in sacrestia.
In occasione del V Concilio Provinciale, tenutosi l'anno 1579 il 10 maggio,
a chiusura, con solennità massima, porta per la città trionfalmente
i Corpi Santi, riponendoli poi in Basilica.
Per il Corpo di san Matroniano interroghiamo il Bascapè ed il Giussano;
troviamo una discrepanza.
Il Bascapè l'uomo di fiducia di san Carlo, nella biografia sua
del grande Borromeo edita l'anno 1592, descritto il trionfo che i Corpi
Santi ottennero per le contrade della città, si indugia poi a dare
l'ubicazione, secondo lui, del nuovo sepolcro, e quindi del nuovo altare
di san Matroniano.
Do la versione del Can. Vandoni edita l'anno 1614: «Poi le ripose
sotto il nuovo Altare maggiore (la capsella argentea con i veli o brandea
ed i corpi dei ss. Nazaro, Venerio, Marolo, Glicerio, Lazaro); fuorchè
quelle tolte dal lato destro della Chiesa (s. Ulderico); le quali pose
dalla medesima parte nel fine del braccio della Chiesa; e fabricò
sopra d'esse un altare, il che venne a proposito, poiché nella
parte della Chiesa contrapposta ve n'era un altro simile, dove allhora
parimenti riportò il corpo di san Matroniano che prima era in altro
luogo. Così si veniva anche a fare, de la porta di quel lato destro
la quale nuovamente, come nelle altre Chiese haveva fatto serrare, nell'avvenire
almeno per cagione di quel Santo corpo, che vi era stato posto, non dovesse
essere più aperta. Il modo di riporre le Reliquie che usò
il Cardinale, e che ordinò nell'avvenire ne' suoi decreti stampati,
per quanto si vede fu migliore dell'antico per conservare esse Reliquie
e la memoria loro: come si può vedere nei suoi libri stampati».
Il Giussano nella «Vita di S.Carlo Borromeo» edita nel 1610
accennato che ebbe al ritrovamento della capsella, delle ossa dei quattro
Arcivescovi e di san Nazaro, della teca della vergine milanese Manlia
Dedalia, prosegue: «Dalla parte destra verso l'Evangelio, era il
corpo di s.Olderio vescovo di Augusta; e in un'altra Cappella dall'altra
parte, il corpo S.Matroniano Eremita. Li quali Santi Corpi furono messi
in alcune casse molto bene accomodate, che si riposero in luogo honorato,
e sicuro, sin che se ne facesse la traslazione; la qual fu differita a
posta da san Carlo, per celebrarla con maggiore pompa, e solennità,
per l'intervento dei Vescovi, e prelati congregati nel Concilio, e tra
tanto si fece la nuova fabbrica dell'Altare maggiore, e l'abbellimento
del Choro, e di tutta la Chiesa. Ordinò che si facesse un nobilissimo
apparato di tutta la Chiesa e delle strade, per dove passar doveva la
processione, varij fregi, ed addobbamenti, e il giorno avanti la traslazione,
andò con alcuni Vescovi, a riporre i Santi corpi nelle casse, accomodati
con molti ornamenti, per fare traslazione, separati uno per cassa; il
che fecero con ogni riverenza, uscendo da quelle Sacre Reliquie mentre
si movevano odore soavissimo.
La mattina si diede principio alla processione, comparendo tutti gli Ecclesiastici
vestiti dei più preziosi vestimenti, con lumi accesi in mano; e
il Cardinale e i Vescovi vestiti pontificalmente, portarono quelle ricche
casse sopra le proprie spalle per tutta la strada, con molta edificazione
del numeroso Popolo concorso. Finita la processione riposero quei Sacri
pegni tutti nell'Altare maggiore, eccetto il corpo di Santo Olderico,
che collocarono in un nuovo altare fatto sotto il corno destro della Chiesa
dove era prima una porta laterale; e il Corpo di Santo Matroniano che
restituirono nell'Altare della sua Cappella».
Il Giussano afferma che il corpo di Matroniano fu riposto nel medesimo
sepolcreto da cui venne tolto, il Bascapè al contrario allude ad
un altro luogo. Non si può pensare certamente al trasporto dall'altare
di santa Margherita alla cappella di san Matroniano, l'altare della vergine
martire non esisteva più.
L'Oltrocchi nelle sue note preziose all'edizione della «Vita di
S.Carlo Borromeo» edita nel 1751, tradotta in latino dal Rubeo,
afferma che il Bascapè incorse in errore facendo riporre le spoglie
di san Matroniano nella parte simmetricamente opposta all'altare nuovo
di san Ulderico e conferma che il Giussano scrisse il vero.
La discrepanza tra i due biografi può aver avuta origine dal fatto
che durante l'anno che le Reliquie rimasero custodite in sacrestia, san
Carlo abbia, come per gli altri Santi ritrovati, sistemata anche la cappella
di san Matroniano, facendo togliere le sepolture troppo vicine, riordinare
la inferriata e la pietra tombale, come si è visto dalle ordinanze
emesse.
Così che mentre il Giussano non diede importanza a tale sistemazione,
il Bascapè invece lo annota facendo osservare lo spostamento avvenuto,
cadendo in un grossolano errore.
Comunque il Corpo dell'Eremita trova nel 1579 sistemazione, dopo la ricognizione
del 1578, nella cappella di san Matroniano, la cui planimetria ad emiciclo
ammiriamo nella pianta della Basilica conservataci dalla Raccolta Bianconi,
e che gli assaggi recentemente compiuti, come già si riferì,
affermano di epoca prossima alla santambrosiana, così da essere
indotti a credere che il sepolcro di Matroniano mantenne costantemente
nella Basilica degli Apostoli la primitiva ubicazione.
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