L'Abbazia di Viboldone
Mons. Pasquale Galbiati

gli Umiliati e la leggenda
Alla leggenda ricorrevano i cronisti e storici fino a non molti anni fa per narrare l'origine degli Umiliati; ma la critica ormai l'ha spogliata della veste poetica per ridurla ad un episodio di lotta religiosa e di crisi di popolo.
Racconta dunque la leggenda che l'imperatore Enrico di Baviera, dopo aver sconfitto Arduino, don� a chiese e a conventi tutti i beni di quei nobili che avevano parteggiato per il suo rivale e mand� in Germania i prigionieri, fra cui erano molti milanesi. Costoro, dopo aver vagato per le citt� e i borghi stranieri, convennero in Bamberga, e, tocchi dalla grazia di Dio, si diedero ad una vita comune di penitenza e di lavoro.
L'imperatore, risaputa la cosa, li chiam� al suo cospetto e in un pomposo discorso disse loro: "Eccovi finalmente umiliati!" e, non avendo ormai più ragione di temere, li rimand� liberi in patria.
Non per questo mutarono essi proposito, ch� anzi, guadagnate a quel tenore di vita le loro stesse famiglie, vissero nelle loro case sotto forma di fraternite laicali di uomini e di donne, lavorando, perch� l'ozio "mors est et vivi hominis sepultura" (ms. Ambros. C 302 inf.): cio� l'ozio � morte e sepoltura dell'uomo ancora vivo; oppure, come dice l'umiliato fra Giovanni da Brera nel cronicon del 1421 "otium est inimicus animae, ut aer piscis agoni".
Tale la leggenda sull'origine degli Umiliati, oggid� per� ormai tramontata, lasciando spalancato l'orizzonte alla luce della storia, come vedremo.


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