|
L'Abbazia
di Viboldone
Mons. Pasquale Galbiati
ricchezza ed importanza sempre crescenti della Casa di Viboldone;
i frati di Morimondo soccorsi da quelli di Viboldone;
i prevosti Corrado Mantegazza e Florio Landriani;
importanza numerica di questa Casa;
sua alta considerazione presso i maggiorenti del popolo e i Sommi Pontefici
Dall'industria della lana deriv� lo sviluppo meraviglioso di questa Casa, la ricchezza
sempre crescente e l'importanza che veniva ad assumere anche presso le
autorit� civili. Una prova della ricchezza di Viboldone si desume dal
fatto seguente.
Quando nel 1237, nella guerra contro Federico II, i Pavesi, ad onta che
il Podest� di Pavia, Guidone conte di Biandrate, avesse data ogni garanzia
di pace al monastero di Morimondo ( in quel di Abbiategrasso), i pavesi
saccheggiarono orribilmente quel ricco chiostro, gli Umiliati di Viboldone
si dimostrarono assai generosi con quegli sventurati. Essi mandarono pezze
di panno, prodotto delle loro fabbriche, ai Cistercensi di Morimondo,
perch� si rivestissero. Con essi furono solidali nella carit� in quell'occasione
altri monaci: i Cistercensi di Chiaravalle, di Acquafredda nel Comasco,
Casalvolone nel Novarese; cos� i Domenicani ed i Minori. Anche le monache
milanesi vollero soccorrere quegli infelici con diverse loro confetture
dallo scrittore chiamate encoenia.
Altre prove numerose di ricchezza sono le scritture esistenti o smarrite
ma fortunatamente ricordate dagli storici che risalgono alla seconda met�
del duecento e che riguardavano vendite e compere di terreno, diritti
sul fiume Vettabbia (detto anche nei manoscritti Vecchiabbia o Vecciabbia
o ancora Vitabile) ecc.
IL Tiraboschi afferma che Viboldone aveva 48.110 lire di entrata. N� con
minor forza provano l'importanza della casa di Viboldone le espresse chiamate
di alcuni di questi Padri Bianchi a convegni dei Maggiorenti della citt�
di Milano per decidere di interessi pubblici oppure in controversie fra
le varie Case dell'Ordine.
Cos� il Tiraboschi ricorda la scelta del Preposto di Viboldone per dirimere
con altre persone influenti la controversia sorta fra gli Umiliati di
S.Michele d'Alessandria e quelli di Tortona nel 1254 e poi nel 1257 degli
stessi contro quelli di Tutti i Santi a Firenze.
Da questi documenti, per incidente, veniamo a scoprire il secondo nome
(il primo: Lanfranco, già ricordato) di un Preposto di Viboldone, cio�
di Corrado Mantegazza, come pure di un altro frate che nell'ultima questione
fece da teste, cio� Giavanni Bianchi. A Corrado Mantegazza scaduto o forse
morto nel 1258 succedeva uno della nobile famiglia dei Landriani, della
quale avremo occasione di parlare in seguito a lungo, e precisamente Frate
Florio.
E importante risulta la Casa di Viboldone anche numericamente, giacch�
nel catalogo (scritto dal secondo Maestro Generale) � la più numerosa,
contando ben 40 Umiliati, dei quali 16 sacerdoti.
Anche i Pontefici riconoscevano l'importanza di Viboldone, come lo attestano
i due fatti seguenti.
Il maestro generale Beltramino Zocora aveva fatto riparare nel 1253 le
case rovinate dal terremoto del 1250. Ma non ottemperando agli ordini
di papa Alessandro IV, che gli aveva fatto l'obbligo di riedificare la
chiesa per la comunit� delle suore, fu incaricato il Preposto di Viboldone
di ammonirlo e di scomunicarlo ai 3 di marzo del 1255.
L'altro fatto importantissimo della storia di Viboldone � la visita ivi
fatta dal pontefice Gregorio X il 7 ottobre 1273.
|