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L'Abbazia
di Viboldone
Mons. Pasquale
Galbiati
i Landriani: il Beato Uberto - Giacomo - Gerolamo - Lodovico. Ricordi
dei Landriani a Viboldone
Questa famiglia in Milano antica e potente aveva già dato all'Ordine Umiliato
un membro venerato come Beato. E' questi il B. Uberto, terziario Umiliato,
della Casa degli Ottacii, che pare vivesse verso la prima met� del 1300.
Nel 1469 Maestro Generale dell'Ordine fu eletto Giacomo Landriano o Landriani,
giureconsulto e dottore. In seguito, ad istanza di tutto il Capitolo Generale,
fu confermato a vita dal Sommo Pontefice e mor� dopo 17 anni di generalato,
l'8 novembre 1485. non fu costui certamente il tipo del riformatore.
Ma peggiore fu il suo successore, frate Gerolamo, della stessa famiglia
Landriani, preposto della Casa di S. Abbondio a Cremona, il quale resse
l'Ordine fino al 1525. Purtroppo questi si dimostr� più adatto a trattare
gli affari secolari che non a governare l'Ordine. Infatti frate Mario
Pizzo Pizzi, Umiliato, per non parlare d'altri scrittori dell'Ordine,
nel lamentare in un carme i visi del suo Ordine, ne attribuisce la prima
causa al nostro Gerolamo.
"Prima fu l'ambizion del Landriano"
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"Non gli fu l'esser General bastante,
"e di religion s� ricca e degna
"ch'anche di ascender ricerc� più avante,
"seguit� ognor la seculare insegna,
"desioso troppo de' mondani onori etc."
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Il Signore per� che talvolta colpisce la colpa anche su questa terra,
perch� il castigo serva agli altri di salutare ammonimento, ben gravemente
colp� il nostro Gerolamo.
Nominato infatti dal duca Massimiliano Sforza esattore delle gabelle a
Cremona, fu tanto esoso, cos� miseramente spogli� la citt� di danaro,
che, quando venne a morte nel 1525 "fu privato di tutti suoi beni
(innumerabili) e fu sepolto senza suono di campane e senza requiem aeternam
e senza onore e senza solennit� di ufficiature e senza carit�, com'era
conveniente e giusto secondo le sue opere compiute in vita". Cos�
afferma Bordigallo, storico cremonese contemporaneo.
Ma un altro Landriani viveva allora ed � ben più importante per la nostra
Casa di Viboldone. Era costui Lodovico, figlio di quell'Antonio che fu
prefetto dell'erario e gran consigliere di Galeazzo Maria Sforza e di
Lodovico il Moro.
Come secondogenito era entrato ben presto nell'Ordine Umiliato e già nel
1491 lo troviamo Preposto di Viboldone e più tardi Generale dell'Ordine.
Ucciso barbaramente il padre dall'Arrigoni, e invasa la patria dagli eserciti
di Lodovico XII, il nostro Lodovico dovette subire non poche vessazioni.
Fatto prigioniero dai francesi, solo pagando un grosso riscatto venne
rilasciato, con obbligo per� di esulare. And� nel frattempo (1509) a reggere
come procuratore la Prevostura lasciata vacante da Scipione Rotario, Umiliato,
fatto vescovo di Brescia.
Finalmente, quando il figlio di Lodovico il Moro, Massimiliano Sforza,
riacquistava il ducato di Milano, mostravasi grato verso il Landriani,
concedendogli la prefettura dell'erario ducale ed assegnavagli inoltre,
con lettera del 29 dicembre 1514, l'annuo reddito di lire duemila imperiali
sul dazio dei panni in Cremona.
Era già defunto nel 1528.
Costui era solito sottoscriversi, in lingua latina, col seguente tenore:
"Lodovico Landriano, Preposto di Viboldone, Consigliere ducale e
tesoriere generale, figlio del già magnifico signor Antonio, una volta
Consigliere ducale e tesoriere".
Dei Landriani Viboldone conserva tuttora il ricordo in una fascia cogli
stemmi alternati dei Landriani e dei Brivio, che osservasi nella sala
maggiore della Casa, attualmente volta ad usi agricoli, ma ben conservata
per quanto concerne le pitture ornamentali a fresco.
Lo stemma dei landriani appare anche nella volta a crociera di sinistra
che serve ad uso di sagristia. Infatti sotto la lapidetta in laterizio
della corte, con le iniziali LV-LA (Ludovicus Landrianus) e la data MCCCCCVIII
conservasi pure un medaglione circolare con busto, disgraziatamente infranto.
Pare che Lodovico Landriano sia stato l'ultimo Proposto di Viboldone,
perch� la Casa fu allora trasformata in commenda.
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