Gli Umiliati a Viboldone
di Mauro Tagliabue

Dedizione di famiglie a Viboldone: il caso dei Polvale
La grande forza di attrazione esercitata a lungo dalle comunità umiliate sulle aspettative sociai e religiose di ampi strati della popolazione si coglie assai bene nella dediczione a esse di intere famiglie, che per quanto riguarda Viboldone trova un'esplicita conferma nel caso dei Polvale, una famiglia di Torrevecchia, nel Pavese. Offrendo se stesso e i suoi beni a Viboldone, Ambrogio Polvale, nel 1276, portava con sè la moglie Contisia, i tre figli, Pasino, Pierino e Miranetto, i nipoti Albertino, Martino e Zanino, figli di suo fratello Porro, defunto, e un abbiatico, Ambrogino, anch'egli orfano del padre Giovanni.
L'entrata dei genitori nella comunità come professi non comportava l'automatica adesione dei sette minori, ai quali era data la possibilità di una scelta definitiva con la maggiore età: potevano cioè scelgliere se dedicarsi anch'essi alla vita religiosa o se ritornare al secolo, portando in tal caso, con sè parte del capitale guadagnato con il loro lavoro.
La scelta religiosa venne effettuata, per certo, da Ambrogio, il figlio del defunto Giovanni: il 15 aprile 1287, infatti, fece atto di donazione alla "canonica" di Viboldone di tutti i beni ereditati nei territori di Torrevecchia, Landriano e S.Ambrogio in Zibido, alla condizione di ricevere sostentamento dalla casa, al cui servizio si proponeva di rimanere insieme alla madre, donna Belfiore, per il resto della vita.
Anche Pasino rimase a Viboldone, quale fratello laico professo: in tale veste lo segnalano documenti del 1321-22, e ancor prima un atto di procura del 5 agosto 1302, a seguito del quale tre giorni dopo sovrintese alla vendita di un sedime con casa nella città di Lodi, pervenuto a Viboldone mediante l'unione della casa umiliata di Rocole Lodigiano e venduto per far fronte alle difficoltà economiche in cui versava, in quel momento, Viboldone.
Se da una parte l'esempio dei Polvale ci indica a quale inesauribile serbatoio di forze sempre fresche e nuove attingesse la comunità per il proprio irrobustimento, dall'altra il fenomeno delle dedizioni può senz'altro ritenersi significativo dell'incidenza esercitata sulla società dal cosiddetto "nuovo monachesimo" (che non era necessariamente soltanto quello cistercense) nei secoli centrali del medioevo.

(da "L'Abbazia di Viboldone", 1990 Banca Agricola Milanese)


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