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Maria
A. Pogliaghi
Canto per i Caduti della
"Battaglia dei Giganti"
ricerche storiche e notizie
riguardanti i "morti di Mezzano"
Editori Daverio, Milano 1965
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Devozione
che circonda i "morti di Mezzano". Grazie concesse, testimonianze,
riconoscenza
Grande � sempre stata la venerazione che le persone del luogo, quelle
dei dintorni e i miei antenati, hanno nutrita per la "Madonna della
Neve" alla quale la chiesetta � dedicata e cos� pure dicasi per la
devozione ai "Morti della Battaglia dei Giganti".
Da un recente restauro alla torre campanaria, risulta che le tre campane
che ora vi si trovano, portano i nomi delle ditte che le hanno fuse, degli
offerenti e le date: la prima, Barigozzi - coniugi Pogliaghi a Carimati
1886. La seconda ripete gli stessi nomi e la stessa data. La terza, Ottolina,
Luigi Pogliaghi 1935. Una campana deve essere stata sostituita nel 1935.
Il campanile alto, armonioso, e di cotto rosso e fiammeggia ancora. La
facciata della chiesetta della "Madonna della Neve" ha linee
architettoniche semplici, mistiche e guarda, come la Cappelletta-Ossario,
che racchiude i resti dei Caduti e le sorge a fianco, sulla aperta campagna,
dove l'orizzonte � più vasto e nelle giornate limpide, si scorgono in
lontananza, le cime bianche di neve, illuminate dal sole.
Il giornalista Alberto Delfino, in un suo articolo su Mezzano scrisse:
"... in un angolo alto, dominante con la sua snella e purissima sagoma,
vi � un campanile di stile romanico. E' il campanile della chiesetta di
Mezzano. A fianco del tempietto, di una semplicit� commovente, vi sorge
una cappelletta, che � il prezioso gioiello storico e artistico di Mezzano.
In un semplice ossario, la piet� e - vorremmo dire - la civilt� degli
abitanti del borgo hanno fatto racchiudere le ossa dei "morti di
Mezzano". Soldati Svizzeri, Francesi, Veneti (qui in maggioranza
Svizzeri) caduti nella battaglia dei "Giganti" che si combatt�
in queste zone, oltre quattro secoli or sono.
E i "Morti di Mezzano" hanno una tradizione miracolosa: uniti,
senza distinzione di parte o di nazionalit�, hanno voluto documentare
nei secoli (e ancor più oggi) la fratellanza dei popoli" (1).
Un punto importante da precisare � quello riguardante l'attribuzione di
grazie frequenti e straordinarie che, si dice, siano ottenute attraverso
l'intercessione di questi morti. Premetto che quanto scrivo ha valore
di fede puramente umana e sottolineo inoltre che quello che racconto ha
avuta la testimonianza di più persone. Per gli episodi mi sono attenuta
a un periodo di tempo relativamente breve. Sappiamo per�, sempre per tradizione
popolare, che anche nei secoli scorsi, la devozione verso questi Caduti
� sempre stata intensa e la loro protezione efficace.
"Al tempietto-Ossario traggono ancor oggi molti fedeli, essendo tenuti
in grande venerazione i Morti ivi raccolti. I lumicini ardono sempre davanti
alle ossa ed elemosine vengono gettate sul pavimento dell'Ossario dalla
grata posta a protezione della finestra sotto il pronao, che nella parte
superiore � arcuato" (2).
Non solo la gente viene ad implorare guarigioni di mali fisici e di quelli
morali, ma le grazie e i fatti accaduti che, senza esagerazione, possono
dirsi prodigiosi, sono di vario genere. Quando da bambini si chiedeva
ai nostri nonni perch� questi morti concedono tante grazie, essi ci rispondevano
che certamente tra questi Caduti doveva esserci qualcuno molto buono e
il Signore, per loro intercessione, esaudiva tante volte le preghiere
a loro rivolte.
A conferma di quanto scrivo, ricordo che prima del 1950 le pareti interne
di questa cappelletta-Ossario, erano completamente coperte da ex voto.
Era libera soltanto la parete centrale dove � affrescata una Piet� di
squisita fattura. Prima del restauro del 1950 erano leggibili sull'affresco
la data e la firma dell'autore, che � un pittore melegnanese dell'ottocento:
Rivetta - 1870. Anche la Madonna con Ges� Bambino, dipinta sotto il portichetto,
� del medesimo autore, che la restaur� o la dipinse al posto di quella
già menzionata nella relazione del cardinale Pozzobonelli nel 1749, certamente
rovinata dalle intemperie ed � una copia del Sassoferrato.
In maniera particolare, ricordo pure un quadro (3) che portava
la data del 1900 e rappresentava un fatto prodigioso accaduto in quell'anno
e che varie persone, tutt'ora viventi e mio Padre, mi hanno raccontato.
Nel 1900 un macellaio di porta Vigentina, che veniva sempre al mercato
di Melegnano, mentre passava davanti alla Cappelletta, fu fermato da un
suo garzone, che da poco aveva licenziato, il quale nell'atto di consegnargli
una lettera, estrasse una rivoltella e gliela scaric� nella schiena.
Il povero uomo, appena si accorse dell'atto, grid�: "O mort de Mezan
aiutem!", mentre il cavallo, terrorizzato dagli spari, corse a briglie
sciolte fino allo stallazzo "dell'albergo Madonna" di Melegnano.
Qui le persone accorse alle grida del macellaio, constatarono che egli
non aveva neanche la più piccola scalfittura. Le pallottole della rivoltella
c'erano, ma si erano fermate tutte tra la stoffa e la fodera della giacca.
Sempre dello stesso periodo � il fatto prodigioso, del quale fu protagonista
un medico di Melegnano: il Dottor Felice Senna che fu per otto lustri
medico condotto del Comune e che ancora � ricordato da varie persone,
per l'abnegazione e la carit� con le quali ademp� la sua missione di medico.
Lo chiamarono di notte perch� andasse da un ammalato grave, alla cascina
di Montone. Passando da Mezzano, quando giunse alla Cappelletta, il cavallo
gli si impenn� e non volle proseguire. Il medico ritent� più volte; tornando
un poco indietro, si volt� di nuovo, lanciando il cavallo di corsa, ma
sempre giunti davanti ai "Morti" il cavallo si impennava e nessuno
sforzo valse a farlo proseguire.
Il Dottor Senna ritorn� a casa preoccupato per l'ammalato che lo attendeva
e impressionato per la stranezza del caso occorsogli. Appena giunto il
mattino, il medico ripercorse la strada, il cavallo non si ferm� pi�,
ma giunto a Montone gli dissero che nessuno l'aveva chiamato e che ammalati
non ce ne erano. Qualche giorno dopo, per una delazione, si venne a sapere
che appena dopo Mezzano, in quella notte, persone maleintenzionate stavano
in agguato per attentare alla sua vita.
Il Dottor Senna raccont� poi, in varie occasioni, in quale modo straordinario
i "Morti di Mezzano" lo avessere protetto.
Molte altre grazie, dicono siano state concesse; ne riferisco almeno due,
fra le più significative e delle quali mi ricordo anch'io.
La prima � del 1937. Dei bambini stavano giocando sotto il portichetto
della Cappelletta. Improvvisamente un bambino attravers� di corsa la strada,
proprio mentre passava un'automobile. Una brusca frenata, ma il bambino
rest� travolto dalle ruote che gli passarono sopra. Un signore scese spaventato,
ma il piccolo tra la meraviglia dei presenti, si rialz� incolume e non
accus� nessun disturbo nemmeno nei giorni successivi.
La seconda � del 1945: proprio negli ultimi giorni della guerra, ai primi
di aprile, un aereo si abbass� a mitragliare l'automobile di un noto medico
di Milano e un venditore ambulante che col suo carretto, trainato da un
cavallo, transitavano in quel momento da Mezzano. Con un balzo, il medico,
l'autista e il venditore ambulante saltarono sotto il portichetto della
Cappelletta, mentre il cavallo, raggiunto dai colpi della mitragliatrice,
mor� e il carretto si incendi�.
Non ho raccontato questi avvenimenti, per assecondare tendenze alla superstizione,
che a volte, nelle credenze popolari, possono anche sussistere, non per
manie miracolistiche, ma soltanto per una testimonianza di gratitudine
versi questi Caduti, che ricambiano le preghiere e la fiducia che ricevono,
con una protezione a volte straordinaria.
Indubbiamente tutto questo scuote la nostra inerzia spirituale, ci parla
di una realt� misteriosa, di vincoli che rimangono saldi oltre il tempo
e della potenza dell'anima che vive per sempre e pu� per sempre amare.
Ed � proprio per questa esigenza altissima e insopprimibile che l'uomo
� completo e integrale: corpo e anima. (4)
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