La Battaglia sui libri

Maria A. Pogliaghi
Canto per i Caduti della
"Battaglia dei Giganti"
ricerche storiche e notizie
riguardanti i "morti di Mezzano"


Editori Daverio, Milano 1965

Conclusioni. Il ricordo. Speranze. Auspici

A Melegnano, a San Giuliano, a San Donato, colossi di cemento armato hanno cambiata la caratteristica di questi luoghi, ma qui dove sono custoditi i resti di quei gloriosi caduti Svizzeri, Francesi, Veneti, a Zivido, a Mezzano, a Occhi�, il paesaggio � rimasto intatto. Attorno si stende una campagna bellissima: alberi alti e chiari e acque copiose, le danno una fisionomia inconfondibile e riflessi di luce.
Questa, del milanese, � una terra estremamente umanizzata dal lavoro e dall'intelligenza: a perdita d'occhio si vedono campi coltivati, bionde messi e verdi praterie solcate da una rete fitta di rogge e di canali.
Anche qui per un processo di crescenza e di ridimensionamento, già superato in altri paesi d'Europa, molte persone sono passate dall'agricoltura all'industria. Ma il lavoro agricolo ha conservarto la consapevolezza della propria dignit� morale e la coscienza della sua funzione sociale indispensabile per la conservazione del genere umano. I frutti della terra. "Il pane quotidiano". La fame nel mondo.
In questa quiete operosa il ricordo della grande battaglia sanguina ancora ... A volte nelle chiare sere di settembre sembra di udire uno squillo di corno. Sarà lo squillo del corno d'Onderwalden che saluta i morenti, che chiama a raccolta i guerrieri superstiti, o sarà lo squillo vittorioso del trombettiere del Re?
A volte � un improvviso scalpitare di cavalli che ti giunge all'orecchio, � un grido, un sospiro ... ma intorno non c'� che il respiro del vento tra le foglie dei pioppi, non c'� che il gorgogliare delle acque.
Il ricordare � un monito per gli "uomini di buona volont�" un invito a superare le discordie, a dimenticare i rancori, perch� tra di loro non ci sia altro debito "se non quello dello scambievole amore". (1)
Nei nostri giorni � poi lievitante la speranza che, proprio da questa epoca, possa sorgere quell'uomo più umano e nello stesso tempo più "cristificato" che P. Teilhard De Chardin auspicava e forse, c'� da augurarselo, presentiva.
Per la Svizzera il rievocare l'epico fatto non suscita mortificazione, ancora i genitori raccontano ai figli, la forza, l'ardimento, il supremo eroismo di quei prodi soldati e dei loro grandi condottieri.
Per i Francesi la "Battaglia dei Giganti" � sinonimo di vittoria, � il ricordo del valore di Francesco I�, del sacrificio del fior fiore della nobilt� francese e di tanti loro fratelli, che qui su questi campi lasciarono la vita.
A Mezzano (2) sulle pareti esterne della Cappelletta-Ossario, saranno poste due lapidi con iscrizione latina e italiana. Opportuni restauri doneranno al piccolo edificio la primitiva bellezza. Le epigrafi sono state dettate dal dottor Karl Kistler di Zurigo, che già da due anni con commovente cura si adopera affinch� anche questi giovani morti della "Battaglia dei Giganti" siano degnamente ricordati.
A Zivido sorger� un monumento, opera dello scultore Josef Bisa, che rappresenta un guerriero eroicamente caduto e un altro che lo veglia in atteggiamento forte, sereno e già proteso verso l'avvenire.
Sul monumento sarà inciso il motto: "Ex clade salus". Dalla disfatta la salvezza!
E' noto che quella di "Marignano" fu l'ultima battaglia combattuta dagli Elvetici e proprio dalla sconfitta di questa battaglia, nella quale il valore dei vincitori fu pari al valore dei vinti, la Svizzera sent� nascere, crescere ed affermarsi quelli che sono i suoi grandi ideali di neutralit�; una neutralit� perseverante, che da allora non si lasci� mai vincere.
Nella neutralit� ci sono infatti i presupposti della concordia tra i popoli, ed � nella concordia che esistono le premesse per le conquiste sociali, per le scoperte della scienza, per le affermazioni dell'intelletto.
Convivendo nel rispetto e nella mutua solidariet�, gli uomini rendono possibile l'attuazione della pace nel mondo.
E allora � importante incominciare da noi stessi, a volere tutto quello che unisce gli uomini e non quello che li divide, a capire i valori dei popoli e non fermarci ai pregiudizi, a vedere i meriti e non solo i demeriti.
I diplomatici, i politici, i governanti, possono appianare difficolt�, stipulare convenzioni, firmare trattati, ma la mente e il cuore di ognuno di noi, nessuno all'infuori di noi li pu� aprire. Sostare in un quietismo rassegnato non ha senso: l'umanit� ha fame, ha sete, nel fisico e nello spirito.
Ha fame di benessere, di carit�, di giustizia; ha sete di comunicabilit�, di cultura, di verit�.
Dobbiamo dunque aprirli i nostri cuori, in un impegno vitale, nella comprensione dei problemi umani, che sono tanti, a volte dolorosi, a volte inderogabii nelle loro soluzioni; aprirli con generosit�, in quella che � la dimensione della speranza.
A queste condizioni, sarà possibile allora che, per gli uomini di oggi e per le generazioni di domani, la "Pacem in terris" (3) diventi una meravigliosa realt�, più grande di quella della conquista dello spazio.

 
 

Note

(1) S. Paolo lettera ai Romani XIII, 8-10

(2) Il nome di Mezzano ricorre ancora nella storia delle battaglie del risorgimento, sia pure per un solo episodio. Nel 1859, l'otto giugno il generale Forey, comandante del IV corpo d'armata Francese, ha piazzato le sue artiglierie a Mezzano: la 6� batteria dell'8� artiglieria e la 14� batteria del 10� reggimento, forti ambedue di 6 pezzi, e spara su Melegnano per battere gli Austriaci, che asseragliati nel vecchio cimitero, volevano sbarrare la via Emilia. La sera prima della battaglia, un uffciale francese, volle donare ad un mio antenato, in cambio di un favore ricevuto, una catena e un orologio.

(3) Enciclica di Giovanni XXIII


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