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Inganni
don Raffaele
Origini e vicende della
Cappella Espiatoria Francese
a Zivido, presso Melegnano
(1515-1606) (1639)
Milano, Stabilimento Tipografico
Ditta Giacomo Agnelli
nell'orfanotrofio Maschile, 1889
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Nota
13
"Un giorno sulla piazza pubblica di Sion nel Vallese un giovane scolaro
cantava qualche vecchia aria delle montagne per ottonere da' suoi uditori
il bisognevole onde continuare i suoi studi. Un vecchio, rapito dall'aspetto
del fanciullo, lo chiiama a s�, lo interroga e dice agli stanti: - Questi
sarà il nostro Vescovo e il nostro Principe -
Il giovanetto scolaro era Matteo Schinner, nato nel piccolo villaggio
di Muhlibach presso Sion da poveri contadini. Egli impar� a leggere a
Sion. Di quivi and� a Zurigo, e da Zurigo a Como, ove sotto Teodoro Lucino
studi� lettere. Il fanciullo non mendicava pi�; egli aveva, a forza di
fatiche e di successi, acquistato il diritto di sedere sui banchi della
scuola: a diciassette anni sapeva il greco, l'italiano ed il tedesco.
Si afferma che avesse poca inclinazione pei poeti profani dell'antichit�;
anteponeva Boezio a Virgilio. Dopo il Vangelo, il libro che più spesso
leggeva era quello Della Consolazione. Egli diceva, in un vago
presentimento dell'avvenire, che avrebbe un giorno più bisogno di filosofia
che non di poesia. Era del resto una di quelle anime contemplative, come
se ne trovano nei paesi di montagna, che godono di star sull'alto, vicini
ad un torrente o ad una valanga, per tutto ovunque la natura fisica mostra
alcun che di orrido. Appena entrato negli ordini, Schinner fu chiamato
a guidare una piccola parrocchia in un villaggio, ove la sua piet�, dice
la cronaca, gett� ogni sorta di buoni odori. Il Vescovo di Sion volle
averlo vicino, e lo fece canonico della cattedrale. A Sion la conaca ce
lo presenta anche inteso a predicar mattina e sera la parola di Dio, a
comporre discordie, pregare e vivere vita castissima, e tale che, morto
il Vescovo, fu eletto dal popolo a proprio pastore e principe: Giulio
II conferm� l'elezione.
Quale cristiano e svizzero Matteo Schinner voleva la doppia indipendenza
del suo paese e della chiesa romana. Ora l'una e l'altra erano minacciate
dalla signoria francese in Italia.
Gli storici dicono che, dopo S. Bernardo, la parola sacerdotale non era
mai stata tanto insinuante e vittoriosa quanto quella del cardinale di
Sion. Alla sua voce Uri, Unterwalden, Zug e Switt si scuotono per portar
soccorso alla chiesa minacciata, guidati da Schinner; il quale non paventa
n� artiglierie, n� palle. Lo trovano agli antiguardi, al centro, al retroguardo,
ovunque v'ha da affrontar la lancia, o da raccomandare a Dio l'anima di
un moribondo, ovunque � da incuorare un fuggitivo. I suoi soldati lo amano
e lo ammirano; egli sa affascinarli colla voce, colla parola e collo sguardo.
Dorme sulla neve come l'ultimo popolano, scala le rupi di ghiaccio al
par di un cacciatore di camosci, e vive al campo quale un penitente, digiunando
più volte la settimana, non mangiando mai carne, bevendo sempre acqua,
dicendo il suo breviario mattina e sera, e rimanendo in orazione le ore
intere la vigilia di una battaglia.
L'anno 1512 Giulio II lo fece cardinale di S. Potenziana e legato in Lombardia,
e alquanti giorni appresso co' suoi montanari svizzeri egli rompeva i
Francesi a Novara, li rimandava nella loro Francia, indi rientrava nella
sua diocesi per cantare il Te Deum in rendimento di grazia, pronto
a ritornare in Italia ..." V. ROHRBACHER, Storia della Chiesa,
vol. XII, lib. 83.
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