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Giuseppe
Gerosa
Brichetto
La
Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano
Milano,
1965
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La
strategia del Trivulzio
E' stato scritto che la battaglia di Marignano fu un capolavoro di strategia
del maresciallo Trivulzio e nulla c'è di più vero di questa
affermazione. Già lo stratagemma messo in atto per la passata delle
Alpi con la conseguente cattura di Prospero Colonna e la ritirata degli
Svizzeri dai loro appostamenti pedemontani era scaturito dalla sagacia
e dalla astuzia del famoso condottiero milanese, a cui non si può
fare altro che il grave torto di avere messo la sua bravura al servizio
delle armi straniere.
Il Re di Francia era circondato da uno stuolo di capitani, alcuni dei
quali anche divennero famosi specialmente per episodi di valore personale;
si può però presumere che in fatto di condotta della guerra
e di esperienza tattica, il Trivulzio primeggiasse fra tutti i consiglieri
del Re.
La scelta di Melegnano come base di attacco a Milano fu evidentemente
dettata dalla preoccupazione di impedire il congiungimento all'esercito
ducale delle forze del Cardona e quelle papali che si trovavano sul Po;
d'altronde la zona a nord di Milano verso Monza e Como, come già
è stato detto più sopra, venne volutamente lasciata scoperta
per favorire l'uscita degli Svizzeri, o meglio di quella parte degli Svizzeri
che avevano una voglia matta di tornare ai loro monti; come effettivamente
fecero dopo la fatale giornata.
Fu indubbiamente un progetto del Trivulzio il portare l'armata francese
in posizione di battaglia in quella striscia di terra che partendo da
Melegnano si stende verso nord fra lo stradale ed il fiume Lambro. Era
Ser Jacopo il Mugnaio (come lo chiamava per disprezzo Lodovico il Moro),
l'uomo che si intendeva di rogge e di mulini e ne conosceva bene vantaggi
e svantaggi per una battaglia. I grossi fossati e la minuta rete di canali
di irrigazione rappresentavano è ben vero un ostacolo alle cariche
della cavalleria, ma ne costituivano uno ben più forte per le fanterie
attaccanti.
Si vide bene a cose fatte quello che fu per gli Svizzeri il disastro finale,
quando il Trivulzio fece rompere gli arfini e si allagò il campo
di battaglia al punto, che le bande lanciate all'attacco con le loro lunghe
picche rimasero paralizzate dal fango e dall'acqua.
Questa fascia di terra da Melegnano a San Donato, fra il Lambro e lo stradale
lodigiano e tutte le località che abbiamo nominato erano in proprietà
della casa Brivio, come quasi tutte lo sono tuttora dei discendenti di
tale illustre famiglia, particolarmente il villaggio che fu al centro
degli episodi più cruenti, il quale conserva ancora le vestigia
del suo vecchio castello, così come era in quel fatale anno 1515.
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