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Giuseppe
Gerosa
Brichetto
La
Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano
Milano,
1965
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Il
mattino del 13 settembre
L'armata francese era stata divisa in tre corpi: l'avanguardia, il corpo
di battaglia e la retroguardia. L'avanguardia era posta agli ordini del
Connestabile di Borbone ("il prétendait que s'étoit
un droit de sa charge") e di essa facevano parte il maresciallo Trivulzio,
il Bastardo di La Clayette ed il vecchio maresciallo Chabannes signore
de La Palisse; si notavano inoltre fra i nomi più in vista il signore
d'Ymbercourt, Carlo de la Tremouille signore di Talmont, il sire di Bussy
fratello del cardinale d'Amboise, il signore di Fleuranges e molti altri.
Monsignore Galiot de Genouillac siniscalco d'Armagnac comandava le grosse
artiglierie e Pietro di Navarra le sue bande con i piccoli cannoni.
L'avanguardia faceva perno sull'abitato di San Giuliano ed era schierata
pertanto dalla grande strada lodigiana e dalla roggia Spazzola che la
costeggiava, fino alla roggia Nuova Brivio ed al Lambro sulla destra.
Aveva quindi davanti a sè le campagne aperte di Carpianello e dietro
quelle di Rovido e Zivido: nel castello di quest'ultima località
vi era la sede del comando del Connestabile.
Il corpo di battaglia, agli ordini del Re, presentava lo stesso schieramento
dalla roggia Spazzola sulla sinistra al Lambro sull'estrema destra ed
occupava i prati e le vigne appena di sopra a Santa Brera. Erano col Re
moltissimi fra i più valorosi ed esperti cavalieri, a partire dal
Baiardo, Gaspare de Colligny signore di Chatillon, ed il gran mastro di
Francia Boisy.
La retroguardi invece era posta in terza schiera alla stessa distanza
dal Re che questi dall'avanguardia ("un gran jet d'arc"); quindi
in definitiva si appoggiava all'abitato di Melegnano e probabilmente si
teneva in parte a cavallo della strada romana a sud della Vettabbia nelle
campagne di Pedriano; qui quasi sicuramente stazionava il carreggio.
Stava al comando della retroguardia Monsignore duca d'Alencon cugino e
cognato del Re, allora erede al trono ed erano con lui dei capitani di
chiara fama come Aymar de Prie e Roberto Stuart d'Aubigny.
Il grosso dell'avanguardia era costituito dalle bande dei Lanzichenecchi
e dei Guasconi; solo in parte da nuclei di gendarmeria; al corpo di battaglia
appartenevano altre bande di Lanzichenecchi ed il rimanente della gendarmeria;
alla retroguardia i Lanzi della Banda Nera al comando del signore di Tavennes.
Le truppe che si trovavano schierate in fronte, oltre ad appoggiarsi ai
grossi canali ed ai fossi irrigatori che uscivano dalla Roggia Nuova e
dalla Spazzola, avevano costituito dei ripari con terrapieni ed alti targoni
(specie di scudi di legno o cuoio ricoperti di lamina metallica), conficcati
nel suolo e legati fra loro, i quali costituivano una protezione dietro
cui arcieri ed archibugieri spiavano l'arrivo del nemico.
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