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Giuseppe
Gerosa
Brichetto
La
Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano
Milano,
1965
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La
strana notte
La stanchezza e la sete vinse tutti dall'una parte e dall'altra, se non
potendo nemmeno più tenere le armi in mano, "spiccatisi senza suono di
trombe, senza comandamento di capitani, si messono gli Svizzeri ad alloggiare
nel campo medesimo, non offendendo più l'un l'altro, ma spettando
come con tacita triegua, il prossimo sole". Essi restarono così
mescolati coi Francesi su di una linea che presumibilmente andava da Rovido
a Zivido, di cui avevano raggiunto le prime case, e di qui alla chiesa
di San Giuliano. Quindi rispetto al primo attacco avevano fatto un cuneo
nello schieramento del nemico.
La notte di Marignano fu la più strana notte che siasi mai descritta
nelle battaglie di tutti i tempi: i contendenti che si azzannano come
leoni inferociti, le tenebre che li confondono in un miscuglio sanguinoso,
e continuano ad ammazzarsi ed alla fine l'uno non sa se ha ammazzato il
nemico o il compagno, eppoi crollano stremati l'uno a fianco dell'altro
finchè le luci dell'alba li divideranno e li sospingeranno in campo
opposto per ricominciare...
Il Re si portò presso l'artiglieria e chiamato il cancelliere Du
Prat gli fece scrivere tre lettere: la prima al duca d'Alviano, ordinandogli
di mettersi subito in strada con la cavalleria; la seconda a Louis d'Ars
che occupava il castello di Pavia, ingiungendogli di mantenere saldamente
tale piazzaforte, che poteva servire di punto d'appoggio in caso di ritirata;
la terza al maresciallo di Lautrec, di non consegnare il denaro agli Svizzeri
a causa della violazione del trattato di Gallarate.
Quindi stremato dalla fatica, dalla calura e dalla sete, chiese da bere;
gli portarono in un casco dell'acqua fangosa e tinta di sangue che egli
bevve con avidità, ma che lo fece star male. Il Gran Mastro di
Francia Monsignore di Boisy stava presso di lui con la fiaccola: la spense
ed il sovrano riposò sopra un affusto di cannone.
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