La Battaglia sui libri

Giuseppe Gerosa
Brichetto

La Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano

Milano, 1965

Rientro a Milano

     Giunti a San Martino, forse per la stanchezza, o perchè già fosse maturato il divisamento di abbandonare la partita e rientrare ai loro paesi, si disfecero dei cannoni e come inutil preda li buttarono nella roggia Spazzola.
Gli storici ufficiali scrivono che le colonne superstiti rientrarono in città con portamento fiero e marziale, ma i cronisti milanesi che li videro con i propri occhi non sono dello stesso parere.
"Ma una meraviglia certo era et compassione - dice il Prato - a vedere li fugienti Sviceri, che a Milano per porta Romana ritornavano, l'uno avendo tagliato un brazo, l'altro una gamba; et chi gusto dall'artiglieria, et chi fatto pressagio de passatori; l'un l'altro amorevolmente portandosi, che proprio pareano i peccatori immaginati da Dante nella nona bolgia d'inferno... egli secondo che veniano li feriti, erano adrizati all'ospitale, il quale in meno d'un ora fu tutto, insieme con li circondanti portici sterniti di paglia, ripieno; et li sani andavano chi alla piazza del castello, et chi alle case dove prima erano alloggiati, da niuno essendo offesi; anzi, molti milanesi per compassione (nella quale forse troppo peccano) amorevolmente li sovvenivano".
Fu sconsideratezza di giovani bellicosi di avere il giorno prima attaccato il nemico ad ora tarda e contro il parere dei propri capitani, cosicchè per il sopraggiungere della notte non poterono cogliere i frutti del loro successo? Fu errore il non fermarsi? ("se ci fossimo fermati a San Giuliano..." scrisse Galeazzo Visconti, rivendicando la superiorità bellica e morale degli sconfitti col famoso "nos vicimus", abbiamo vinto!)
Ma ad alcuni secoli di distanza si può esprimere un giudizio che va oltre alla valutazione del coraggio, dell'ardimento e del valore di un esercito; a Morat, nella celebre battaglia del 1476, finì la cavalleria Borgognona di Carlo il Temerario che andò ad infrangersi contro la marea di picche dei pesanti battaglioni svizzeri; a Marignano l'artiglieria, arma novella, ebbe il sopravvento sparando vittoriosamente contro un bersaglio quasi immobile di corpi affiancati come una muraglia.
La fanteria, sempre regina delle battaglie, doveva, mutando i tempi e le armi, mutare la tecnica del combattimento.


indice sezione - Brichetto


sito di propriet� dell'Associazione Culturale Zivido
pierino.esposti@gmail.com