La Battaglia sui libri

Giuseppe Gerosa
Brichetto

La Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano

Milano, 1965

L'alfiere Boemondo

     Il trombettiere Cristoforo, per essere adibito al servizio diretto del Re era certamente un fuori classe nel buttar fiato; ma quell'alfiere Boemondo che fece prodigi di valore, sarà esistito veramente o sarà uscito dalla fantasia di un racconto storico del Cantù? Lo scrittore ce ne fa fare la conoscenza mentre va a trovare una certa Rina: "A qualche miglio della chiesa di San Giuliano, in una casa di mediocre apparenza abitava una vedova sul fior degli anni, alla quale veniva ogni giorno Boemondo, valoroso alfiere milanese, che militava ai soldi della Francia, già per altri avvenimenti guerreschi divenuto famoso..."
E mentre se ne stava seduto sotto il portichetto a conversare con la sua bella viene sorpreso dalla notizia dell'avvicinarsi degli Svizzeri; corre e va a prendere il suo posto nei ranghi, fa prodigi di valore, uccide di sua mano il capitano Cenzio Amerer, eppoi il giorno dopo anche Chezzio Amman e rimane lui stesso ferito mortalmente.
Un giovane soldato sconosciuto con la calata dell'elmo che impedisce di vederlo negli occhi gli sta sempre vicino e tenta di parargli il colpo mortale, eppoi lo soccorre e lo trasporta alla casa di Rina ed alla fine si rivela: toglie l'elmo e cadono sulle spalle due lunghe trecce bionde: è Bice, la moglie di Boemondo che ha saputo della sua tresca, e venuta travestita da guerriero per sorprenderlo, l'ha invece rincorso nel pericolo e l'ha soccorso e lo vede morire, in presenza dell'altra donna e di un monaco chiamato per raccomandargli l'anima.
"Rina umiliata non cessava di chiedere perdono quando all'uno quando all'altra. Il monaco recitava le ultime preci dei moribondi e parlava di future speranze. Bice, che seduta a canto del letto, piangeva e tergeagli i sudori della fronte, depose le labbra sulla destra del marito, quando sentì una forte contorsione della mano, levò lo sguardo. Boemondo era spirato".
Che bel quadro romantico! Queste cose succedevano, ma sarà forse una leggenda, la mattina del 14 settembre 1515, in una casa di mediocre apparenza con un portichetto, a pochi passi dalla Chiesa di San Giuliano.


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