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Giuseppe
Gerosa
Brichetto
La
Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano
Milano,
1965
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I
graziosi "Souvenirs"
La guerra, deprecabile fenomeno di tutti i tempi si spiegava una volta
con la fame di terre, poi col predominio economico, influenza di mercati,
conquista di monopoli: dietro c'è sempre l'odio fra due popoli,
l'odio che ha lanciato l'uno contro l'altro due uomini nel paradiso terrestre,
li spinge ad azzannarsi, a trucidarsi e ad infierire perfino sui cadaveri.
Ma per fortuna l'odio non è fatto per l'eternità ed è
mutevole come il tempo; i nemici di ieri sono amici ed alleati oggi: domani
saranno ancora nemici e fra un altro secolo chissà...
La Morte invece, trionfatrice eterna sulle umane passioni accomuna i resti
degli amici e dei nemici e guidando allegra la sua macabra danza di scheletri
duri a scomparire, irride alla inutilità della guerra, la peggiore
delle sciagure umane.
Il Cardinale di Sion incitava gli Svizzeri ad assalire i Francesi e distruggerli,
assolvendoli dai loro peccati prima di iniziare il combattimento; il Re
di Francia, dopo la battaglia, chiede perdono a Dio d'aver fatto uccidere
tanti prodi guerrieri nemici e fa celebrare Messe di suffragio per le
loro anime: dieci anni dopo sono alleati sullo stesso campo nella tragica
giornata di Pavia e sono accumunati nella sconfitta.
A Morat, dove nella battaglia del 1476 la cavalleria borgognona, urtatasi
disastrosamente contro i compatti battaglioni di fanti svizzeri dalle
lunghe picche, lasciò sul campo ventimila uomini, una piramide
di ossa restò per secoli alla pioggia e al sole. I postiglioni
svizzeri li portavano via per venferli come manici di coltello, ed i turisti
ne prelevavano come dei graziosi "souvenirs".
Nei suoi trasporti romantici il Byron inneggiò alla gloria di quel
combattimento: "The proud, the patriot field!" (orgoglioso e
patriottico campo di battaglia). E per non essere da meno degli altri
turisti, ne prese di quelle ossa "quanto sarebbe bastato per fare
un quarto di eroe".
Nel corso dei secoli successivi ci fu che vi costruì sopra un ossario
e chi si preoccupò di demolirlo; i morti di Marignano, San Giuliano
e San Donato, per fortuna loro e nostra, giacciono sotto la pingue terra
che li ricopre e sono ben difesi contro il commercio delle ossa e le smanie
dei turisti. Sta di fatto però che non v'è battaglia od
evento storico tanto celebre che sia così poco ricordato sul terreno.
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