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Giuseppe
Gerosa
Brichetto
La
Battaglia di
Marignano, uomini
e tempi delle
calate dei francesi
sul ducato di Milano
Milano,
1965
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Fine
delle favorite
Lo splendido regno delle favorite cessa davanti alla tomba; questo squadrone
di donne celebri per bellezza ed astuzia, e talora per empietà,
che tennero ai loro piedi un Re ed una corte e talora la Francia tutta,
scompare col declino delle loro subdole arti, e meno qualcuna delle più
celebri, esse vanno a nascondersi a morire come gli animali e non lasciano
traccia.
Nella cripta del castello di Loches, due agnelli ai piedi della statua
giacente di Agnese Sorel, tutta quella pace, ed attraverso la luminosa
finestra il fiume sognante ci fanno pensare: dove sono le spoglie della
Chateaubriand e della duchessa d'Etampes? Dove la "belle Féronière"
e Diana di Poitiers?
Il Re dalle molte amanti e dei viaggi notturni a Parigi, il Re delle mascherate
e dei piaceri cui si abbandonava senza restrinzioni e che scandalizzavano
il suo popolo non abituato a vedere simili follie sotto Luigi XII, questo
Re Francesco I avventuroso e galante forniva materia per la satira e per
le farse; e così sua madre la duchessa d'Angoulème, che
era designata col nome di "Mère sotte", mentre gli amori
di suo figlio erano lasciati alla pubblica derisione.
Per quasi mille anni i Re di Francia vennero sepolti nella abbazia di
Saint Dénis salvo uno che fu scomunicato, nonchè l'imperturbabile
Luigi XI che scelse altrove la sua sepoltura, reputando Saint Dénis
troppo esposto alle profanazioni, come difatti avvenne.
Lo splendido regno delle favorite finisce davanti alla tomba: i Re di
Francia giacciono morti a Saint Dénis a fianco delle Regine finalmente
reintegrate nei loro diritti, finalmente ridotte alla loro ultima roccaforte,
poichè le cortigiane non dividono gli avelli regali.
Tanto solenni erano le cerimonie della incoronazione dei Re di Francia
nella cattedrale di Reims quanto quelle dei trasporti funebri alla abbazia
di Saint Dénis. Partiva di notte un lungo interminabile corteo
da Parigi, in mezzo a grandi apparati ed addobbi, ed alle truppe e le
popolazioni schierate lungo le strade; sulla porta della basilica il grande
Abate circondato da tutti i monaci lo riceveva al lume delle torcie e
scortava il feretro che veniva deposto davanti all'altare della confessione.
Il Re morto entrava ad abitare l'Abbazia: nella grande sala le tavole
erano apparecchiate ed al posto distinto per il Re si portavano i piatti;
ad un certo punto un araldo annunciava: "Il Re è servito -
e poi aggiungeva - il Re è morto".
Eppoi fra le bandiere abbassate che si chinavano, meno quella di Francia
perchè la Francia non muore, veniva calato all'ingresso della cripta
e là attendeva di essere tumulato fino all'arrivo del suo successore.
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