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La trasformazione
dell'arte della guerra
Nel Medioevo
la fanteria europea svolgeva, in genere, un'azione prevalentemente difensiva
e lasciava alla cavalleria pesante, con l'attacco, l'intervento risolutorio.
Quando l'azione della fanteria da difensiva diviene offensiva, la cavalleria
pesante perde il predominio sui campi di battaglia e si assiste alla trasformazione
dell'arte della guerra.
La battaglia di Laupen nel 1339 viene considerata quella nella quale ha
inizio il tramonto della cavalleria pesante medievale perché lì
per la prima volta, dopo molti secoli, una fanteria,
quella svizzera, resiste in campo aperto alla carica della cavalleria
e riesce a sconfiggerla.
E' poi la battaglia di Grandson (1476) ad imporre le fanterie svizzere
all'attenzione dei reggitori di Stati in tutta l'Europa. Esse hanno assalito
e sconfitto un'armata, quella di Carlo il Temerario duca di Borgogna,
completa di tutte le specialità: fanteria, artiglieria e cavalleria.
Ma qual è la tattica utilizzata dagli Svizzeri per ottenere risultati
così straordinari?
Le fanterie medievali europee che agivano con tattica difensiva erano
costituite in genere da picchieri riuniti in una grande massa schierata
sul campo di battaglia davanti alla propria cavalleria, senza compiti
di manovra. Gli Svizzeri erano invece privi di cavalleria e manovravano
con la loro fanteria ripartita in tre unità distinte a composizione
numerica differente. Dapprima erano piccoli
quadrati di 1.500/2.000 uomini che successivamente arrivarono
a comprenderne 6.000 e anche 10.000. Ognuna di queste unità poteva
manovrare sul campo di battaglia in modo indipendente, adottando una tattica
eminentemente offensiva. Le unità attaccavano avanzando in modo
serrato e compatto con grande velocità così da sorprendere
l'avversario impreparato. In genere mentre due unità attaccavano
frontalmente, una terza attuava una mossa aggirante per raggiungere il
fianco o il retro dello schieramento avversario.
La manovra delle tre unità era favorita dal loro modo di schierarsi.
La prima (Vorhut - Avanguardia) era spostata in avanti lateralmente rispetto
all'unità centrale più numerosa (Gewalthaufen - unità
principale). La terza unità (Nachut - Retroguardia) era spostata
indietro, lateralmente, rispetto alla seconda (Gewalthaufen) e dalla parte
opposta della prima (Vorthut).
Fino all'inizio del 1400 l'armamento base delle fanterie svizzere era
costituito dalle "Vouge", soppiantate poi dalle alabarde e dalle
picche. Per la prima volta nella battaglia di Arbedo (1422), contro l'esercito
milanese, fecero la comparsa le picche lunghe nella misura di 1/3 del
totale rispetto ai 2/3 delle alabarde. All'epoca delle guerre burgundiche
(1476-1477) contro Carlo il Temerario, la presenza del numero delle due
armi si bilanciava. A partire dalla fine del 1494, quando ebbero inizio
le "Guerre d'Italia", il numero delle picche lunghe diventò
preponderante così che le tre unità furono denominate unità
o quadrati di picchieri.
La picca utilizzata dagli Svizzeri fin verso la fine del XV secolo era
lunga circa 3 metri; successivamente si allungò fino a superare
i cinque metri. Lo Scheider cita un esempio di picca lunga 5,6 metri e
il Forrer quello di picche lunghe 6 metri.
Le punte delle picche che sporgevano dal fronte della formazione costituivano
un ostacolo impervio per una carica della cavalleria e comportavano un
impatto travolgente nell'assalto contro gli schieramenti di fanteria nemica.
Il numero di queste punte sporgenti era tanto più grande quanto
maggiore era la lunghezza della picca. D'altra parte maggiore era la lunghezza
della picca e più arduo diventava il maneggiarla così l'utilizzo
di quest'arma era riservato in esclusiva ai professionisti specializzati
e molto addestrati.
"Il maneggio della picca era difficile ed esigeva un lungo apprendistato
e la marcia a passo cadenzato… Tra i 16 e i 18 anni si apprendeva
il maneggio della picca e la disciplina della formazione: scuola rude
dove i più deboli venivano eliminati. Veniva curato anche l'addestramento
per resistere a lungo nella corsa e per agire nel corpo a corpo contro
i cavalieri. In questo intervento gli addestrati scivolavano in mezzo
ai cavalli galoppanti dei nemici, afferravano parando i colpi, le briglie
dei cavalieri e li tiravano giù dalla sella".
Mentre con la picca lunga si potevano portare esclusivamente colpi
di stocco e cioè di punta, con l'alabarda si otteneva
il maggiore effetto nei colpi fendenti e cioè di taglio.. A Morgarten
nel 1315, racconta il cronista Jean de Winterthur, con le alabarde i Confederati
tagliavano in due, come con un rasoio, i nemici meglio rivestiti di corazza.
All'inizio del '500 una unità di picchieri quando si schierava
in battaglia assumeva la forma del quadrato. Così un corpo di 5.000
fanti con 86 file o colonne (un uomo dietro l'altro occupanti m.1,5)
su 58 righe (un uomo a fianco all'altro occupanti m.1) formava un quadrato
di circa m. 86x86.
Le fanterie svizzere si autogovernavano con un ferreo codice d'onore.
"Chi abbandonava il reparto durante il combattimento, fuggiva o dava
segni di paura, veniva ucciso sul posto dai suoi camerati. La famiglia
di un vile o di un disertore dichiarato infame e spergiuro perdeva onore
e diritti civili per tre generazioni e la sua casa veniva rasa al suolo".
Composizione delle fanterie svizzere
Gli Svizzeri
erano popolazioni appartenenti a varie regioni, unitesi in una Confederazione
in tempi successivi che, semplificando, abbiamo denominate Cantoni.
Nel 1291 si uniscono i primi 3 Cantoni: Uri, Svitto, Sottoselva (Uri,
Schwyz, Unterwalden). In tempi successivi si confederano con loro:
nel 1332 un Cantone: Lucerna (Luzern)
nel 1351 un Cantone: Zurigo (Zürich)
nel 1352 due Cantoni: Glarona, Zugo (Glaria, Zug)
nel 1353 un Cantone: Berna (Bern)
nel 1481 due Cantoni: Soletta, Friburgo (Solothurn, Freiburg - Fribourg)
nel 1501 due Cantoni: Basilea, Sciaffusa (Basel, Schaffhausen)
Quindi nel 1513, all'epoca della battaglia dell'Ariotta, la Svizzera comprende
12 Cantoni, 10 di lingua tedesca e 2, Bern e Freiburg, mistilingui tedesca/francese.
I territori sottratti al Ducato di Milano dipendevano dai Cantoni in modo
diverso. Lugano, Mendrisio, Locarno e la Val Maggia appartenevano a tutti
i 12 Cantoni, la Riviera, la Val Blenio e Bellinzona a 3 Cantoni (Uri,
Schwiz e Unterwalden), la Val Leventina apparteneva al solo Cantone di
Uri e la Valtellina alla Lega Grigia (Grigioni).
Le popolazioni dei Cantoni primitivi avevano dovuto combattere duramente
per difendere e mantenere la propria indipendenza. Dapprima contro gli
Austriaci sconfitti a Morganten nel 1315, a Sempach nel 1386 e a Dornach
nel 1499, poi contro i Borgognoni sconfitti a Laupen nel 1339 e, successivamente,
a Grandson e Morat nel 1476 e a Nancy nel 1477. Le truppe che inflissero
queste sconfitte erano composte esclusivamente da fanteria.
La F14 illustra la composizione di un Gewalthaufen di Zurigo secondo il
Wicht. Tale composizione era stata studiata per ottenere la massima coesione
dell'unità di combattimento. "I corpi di battaglia degli Svizzeri
ricavavano la loro intima forza a la loro coesione dalla natura stessa
della loro composizione. Tutte le classi della popolazione erano mescolate
nei ranghi. La fanteria svizzera, invece di essere reclutata soltanto
tra la borghesia delle città come accadeva presso i Fiamminghi
e le Repubbliche Italiane, riuniva sotto le stesse bandiere, fianco a
fianco, contadini, borghesi, artigiani e nobili".
E' importante notare che "… (nel quadrato) le unità tattiche
sono organizzate secondo il segmento sociale d'origine. Il quadrato dei
fanti risulta così suddiviso, nel senso della lunghezza, in tranci,
ciascuno dei quali corrisponde al contingente di una circoscrizione".
Nelle righe (uno a fianco all'altro) si alternano quindi cittadini e villici.
Nelle file o colonne (uno dietro l'altro) gli uomini sono raggruppati
secondo la corporazione, il villaggio o la regione di appartenenza. La
bandiera del Cantone è collocata al centro del quadrato.
Nei quadrati svizzeri "… ci sono certamente gruppi armati di
picche, di alabarde e di armi da fuoco, ma le unità tattiche rimangono
organizzate secondo i segmenti sociali ai quali gli uomini appartengono".
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materiale
inviatoci
gentilmente dal Sig. Carlo Tunisi
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