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Le
vicende edilizie
1.6 Manutenzioni e adattamenti degli ultimi decenni
Dopo la morte di Cesare Brivio, nel 1925, la Rocca passa in proprietà
alla figlia Giacomina, detta Concetta (53),
e in usufrutto alla seconda moglie Camilla Broggini (54).
In questo periodo e fino agli anni Sessanta vengono eseguiti alla
Rocca solo lavori di manutenzione ordinaria: riparazioni dei tetti,
delle gronde, dei pluviali, delle scale, delle griglie delle finestre,
del muro di cinta del giardino; verniciatura dei cancelli e delle
griglie. Viene anche costruita, a sud della loggia, dentro la
scuderia, una piccola porcilaia.
Nel 1964 Giacomina Concetta Brivio dona la Rocca alla Provincia
veneta dell'Ordine dei Servi di Maria (55).
Partiti con grandi ambizioni (è del 1967 un progetto dello
studio Polo-Pericoli di Milano per la trasformazione di Rocca
Brivio in uno studentato teologico per tutte le province italiane
dell'Ordine, con 140 posti letto, di cui 116 in camere singole,
progetto mai realizzato) (56),
i padri serviti si limitano a una serie di lavori "in economia",
con manodopera volontaria e materiali quasi sempre di recupero.
All'esterno provvedono a più riprese alla riparazione del
tetto; rifanno le griglie delle finestre; sostituiscono grondaie,
canali, gli zoccoli di alcuni pilastri, parte dei contrafforti
sul lato nord, dei paramenti dell'esedra, del portico e dell'androne
d'ingresso, in cui installano l'impianto d'illuminazione; puntellano
i muri di recinzione del giardino, in parte caduti; consolidano
le colonne pericolanti, in granito rosa di Baveno, del terrazzo
della loggia.
All'interno, nell'ala nord, rifanno il vespaio della sala d'ingresso
con volte e applicano, lungo le pareti, uno zoccolo in legno;
allestiscono una sala cinematografica ampliando la stanza attigua
al corpo di fabbrica a tre arcate cieche (sono abbattuti i due
tavolati a L, di cui s'è detto, e un muro, sostituito da
una putrella di ferro, mentre le pareti sono coperte, fino all'altezza
delle porte, con pannelli di legno); ampliano anche la sagrestia
dell'oratorio abbattendo un tavolato divisorio ed eliminando due
porte; nel corpo di fabbrica a tre arcate cieche aprono un nuovo
ingresso alla corte, che collegano con una scala di legno all'ammezzato,
ristrutturato e reso abitabile con la costruzione di una cucina
e di un bagno; con cucine e bagni attrezzano, nell'ala nord, il
piano ammezzato, il primo piano e il sottotetto; altre cucine
e bagni costruiscono, nel corpo novecentesco dell'ala ovest, al
piano terreno, al primo piano ammezzato, al primo piano e nel
sottotetto, una cucina allestiscono nelle stanze sovrastanti la
sagrestia dell'oratorio (rifacendovi l'impianto elettrico e di
riscaldamento) e un bagno nel sottotetto del vano a est dell'oratorio;
ancora una cucina e un bagno apprestano nelle stanze attigue alla
scuderia; nella scuderia rifanno il vespaio ed eliminano la pavimentazione
originaria , salvo lo spazio centrale compreso tra le quattro
colonne, e cambiano i serramenti; installano in tutto il palazzo
l'impianto di riscaldamento (la centrale termica si trova a nord-est)
con tubazioni esterne; mettono i vetri a tutte le finestre del
sottotetto; nel corpo novecentesco dell'ala ovest rifanno integralmente
l'impianto elettrico, con fili a vista, e installano una nuova
caldaia, indipendente da quella centrale; riparano e verniciano
(pochissime sono le sostituzioni) i serramenti delle finestre
della facciata nord.
(da Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura, Dipartimento
di conservazione delle risorse architettoniche e ambientali. Anno
accademico 1990/91 - "Rocca Brivio: ricerca storica, rilievo,
manutenzione", tesi di laurea. Relatore: Prof. Arch. Alberto
Grimoldi. Correlatrice: Arch. Carolina Di Biase. Laureande: Silvia
Baldini, Diana Masarin)
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