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La
"Via Aemilia" nell'anno dei quattro imperatori.
Questo quadro di pace e di normalità amministrativa ci si
presenta per oltre due secoli, da Augusto agli Antonini: le agitazioni
causate da minacce alle frontiere e dalle lotte per il trono imperiale
ben poche ripercussioni ebbero in questa parte d'Italia, e in generale
all'interno dell'Impero. I gravi disordini dell'anno 69 però
- i più gravi di tutto il primo periodo imperiale - turbarono
profondamente proprio la "Transpadana", l'Aemilia, e le
strade che ne costituivano la spina dorsale, collegando, attraverso
"Placentia", "Mediolanum" a "Bononia".
Un momento veramente tragico: dal giugno 68 (morte di Nerone) al
dicembre 69 (riconoscimento di Vespasiano imperatore), quattro sovrani
di seguito muoiono di morte violenta. Dopo che Galba, venuto dalla
Spagna a impadronirsi d'una capitale restata senza padrone con il
suicidio di Nerone, venne ucciso in Roma, colui che fu eletto al
suo posto, Otone, trovò un rivale già dichiarato.
I sostenitori di Vitellio, acclamato imperatore dalle truppe in
Germania, dilagavano nella Valle Padana: Otone si mosse subito per
affrontarli. Avanzava con il grosso dei suoi, coperto di una corazza,
a piedi, davanti alle insegne, "rude, rabbuffato, diverso dalla
propria fama". In tale guisa, intimamente ripugnando alla guerra
civile, ma deciso a non sottrarsi a nessuna responsabilità,
Otone passò anche sulla via Emilia da Bologna in poi. Lo
sappiamo positivamente: egli si era fatto accompagnare dalla maggior
parte dei senatori e li aveva lasciati ad attenderlo fuori della
zona d'operazioni; il luogo dove i senatori sostarono è Modena:
dunque almeno il tratto Bologna-Modena era stato percorso da Otone
e dai suoi. Quando incominciarono a giungere le nuove della sconfitta
subita dagli otoniani a "Betriacum", quei senatori, non
sapendo come contenersi, ritornarono per prima cosa a Bologna. Lì,
poiché la strada era il luogo migliore per raccogliere le
notizie, si divisero il compito di aspettare sulle vie (oltre alla
"Aemilia" c'era la strada di Ostiglia che menava verso
il campo di battaglia) finchè un liberto di Otone arrivò
dicendo d'aver lasciato l'imperatore ancora vivo, ma distaccato
dall'esistenza e preoccupato solo della sua memoria presso i posteri.
Circa un mese più tardi passò su quelle medesime strade
Vitellio, che si può ritenere traversasse l'Emilia facendo
in senso contrario la strada di Otone, perchè visitò
il campo di battaglia e successivamente Bologna. Le agitazioni non
erano ancora finite per la regione padana, invasa poco dopo dai
sostenitori di vespasiano. Quando questi furono però giunti
a Roma, l'Impero ritrovò un degno reggitore e s'iniziò
la sua stagione più felice, durata oltre un secolo.
Che per così lungo periodo si abbiano pochissime notizie
precise della Transpadana, dell'Emilia e dei loro centri maggiori
non va inteso come segno di inattività, la quale si sarebbe
prima di tutto riflessa in un rallentamento del traffico stradale,
perchè anzi la vita civile dovette essere intensa e progredita.
In particolare maturò allora quella floridezza con cui Milano
ci appare nell'età successiva; ciò fa supporre che
la strada che l'univa al Po ed a Roma avesse un cospicuo movimento
e fosse in condizioni di ben sopportarlo.
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