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Passaggi
di Carlo Magno.
Con l'avanzata oltre il Panaro sembra che i Longobardi stiano per
concludere vittoriosamente la secolare lotta contro i Bizantini;
si inizia invece un ciclo di vicende che condurrà alla rovina
il loro regno, destinato a cadere nel 774 sotto Carlo magno. Effettuata
la conquista il re franco, la cui politica era fondata sull'intesa
col papa, tornò spesso in Italia e spesso scese fino a Roma.
Troppo poco si sa dei suoi itinerari per precisare se e quando in
queste occasioni egli abbia percorso tutta la via Emilia, ma certo
il grande sovrano che dominò non solo il suo secolo, ma tutto
il Medioevo, affascinando attraverso la storia e la leggenda innumerevoli
generazioni, fu tra coloro che batterono la via maestra da Piacenza
a Bologna e sostarono nelle principali località da essa toccate.
La presenza di Carlo è documentata a Parma durante il viaggio
a Roma per la incoronazione dei figli (781): in quella città
Carlo incontrò il dotto Alcuino che da Roma tornava e lo
invitò a stabilirsi presso di sé, acquistando così
un impareggiabile "precettore" e consigliere, l'anima
del movimento culturale che irraggiò dalla corte di Aquisgrana.
A Bologna Carlo sicuramente sostò, durante un viaggio a Roma,
nel 786; e ancora nell'801, ritornando dalla memorabile incoronazione
imperiale che lo aveva consacrato capo dell'Occidente cristiano.
Molto meno sicuro è il suo passaggio sulla strada Milano-Piacenza:
venne certo una volta a Milano dopo essere stato a Roma, ma probabilmente
toccando prima Pavia.
Sotto Carlo e sotto i suoi successori il territorio tra Milano,
Piacenza e Bologna rientrava in un'unica sovranità, eccettuata
Bologna stessa che concessa dai re franchi al papa ebbe una condizione
giuridica assai particolare, ma che venne sempre più accostandosi
all'Impero con un'evoluzione che era ormai completa nel secolo X.
Alle comunicazioni lungo la principale direttrice, segnata dalle
due grandi strade di origine romana, non si oppongono più
ostacoli di frontiere. L condizioni dell'Italia superiore nei secoli
IX e X non sono tuttavia tali da far supporre un'attività
particolarmente intensa su queste vie, specie di viaggiatori che
vadano dall'un estremo all'altro: il sistema feudale istituito dai
Carolingi tendeva a immobilizzare la vita nell'ambito del castello
e a limitare il numero di coloro che avevano interesse e possibilità
di compiere spostamenti rilevanti.
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