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Condizioni
economiche e traffici dei comuni vittoriosi.
Con la morte di Federico II, a breve intervallo dalle giornate di
Vittoria e di Fossalta, il duello tra l'Impero e le città
dell'Italia settentrionale, sostenute dal Papato, può dirsi
concluso. Nei piccoli stati vittoriosi, l'incapacità delle
istituzioni comunali a mantenere la quiete pubblica, quando cessa
la minaccia che imponeva uno sforzo concorde per sopravvivere, prepara
l'accentramento dei poteri in un uomo o in una famiglia, che, sfruttando
generalmente la posizione acquistata negli anni più duri
della lotta s'impongono con la forza ai rivali e si rendono poi
accetti ai ceti popolari e medi in grazia all'ordine ristabilito.
D'altra parte l'elemento borghese trova la nuova situazione favorevole
per l'esercizio della propria intraprendenza e può estendere
una fitta rete d'interessi al di là delle mura cittadine,
inserendosi nelle relazioni tra i governi e soddisfacendo a volte
ai bisogni di questi come se si trattasse di privati. Così
dalla caduta della potenza sveva, nei decenni centrali del secolo
XIII, fino a tutto il Trecento, nel territorio su cui erano fioriti
i comuni, e in Lombardia e in Emilia particolarmente, si susseguono
lotte di fazioni entro le singole città fino allo stabilimento
di un potere signorile e tentativi di assorbimento delle signorie
più piccole da parte delle maggiori, accompagnati da un progresso
economico continuo.
La vita della Milano-Piacenza e della Piacenza-Bologna riflette
le caratteristiche anche di questo momento storico con la consueta
evidenza. E' innanzitutto lungo di esse un intensificarsi del flusso
commerciale e dei contatti di natura economica in genere. Fatto
ben naturale: queste strade hanno a un estremo Milano, mercato,
relativamente all'epoca, di grande sviluppo, e pieno di "negotiatores"
agguerriti, e attivi in Italia e in Europa; si uniscono in Piacenza,
città vivificata dalle risorse di una zona agricola assai
progredita e in rapporti d'affari con Genova e con molti dei centri
che sorgono lungo il Po, e nel settore inferiore si rannodano alle
più vive città di Romagna e di Toscana, fra cui primeggia
Firenze, dove l'oligarchia mercantesca e bancaria è così
prospera da avviarsi a monopolizzare il governo.
E intanto sulle medesime vie, uscendo dalle mura cittadine, si riversano
e spesso si decidono i conflitti che accompagnano la formazione
della signoria in quasi tutti i centri da esse toccati, incominciando
da Milano, il maggiore, quello destinato a espandersi di più
a danno degli altri.
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