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Lombardia

 

L'Abbazia di Morimondo
di Luigi Collino

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I cistercensi e le origini di Morimondo
L'ordine dei Cistercensi ebbe origine da S.Roberto di Molesme, che volle ricondurre ad una più severa norma la vita monacale assai rilassata dei Benedettini. S.Roberto con alcuni monaci si ritrasse nel romitaggio di Citeaux (in latino Cistercium), località sita i Borgogna e dette vita ad una nuova comunità laboriosa, severa, priva di ogni fasto. Ciò accadeva verso la fine del secolo XI. Ben presto i monasteri del nuovo ordine, che da "Cistercium" aveva preso il nome di Cistercense, crebbero di numero e di potenza, sovratutto per la santa attività di S.Bernardo. La Fertè, Pontigny, Clairvaux e Morimond furono in Francia i centri di maggiore irradiazione. La regola era assai dura: abito semplice consistente in una tonaca rozza e in una cocolla di lana senza maniche; unico, di norma, il pasto nella giornata e senza consumo di carne, uova, latte, cacio e pesci; dormitorio in comune e pagliericcio steso su assi con una sola coperta; lunghe le orazioni e gli offizi divini reiterati spesso in pina notte; di giorno lavoro rurale senza posa dall'alba fino al crepuscolo; poco lo studio, per reazione forse e correttivo alle consuetudini culturali benedettine.
Nell'anno 1134 S.Bernardo era a Milano con un seguito di frati cistercensi provenienti di massima dai due monasteri francesi di Clairvaux e di Morimond. Egli diventava presto l'idolo della folla religiosa e predicava austeramente contro la ricchezza delle chiese, troppo fastose di paramenti, pitture, sculture e decorazioni: la regola di Citeaux bandiva tutte queste cose dal tempio per adeguarlo alla semplicità evangelica. S.Bernardo partì presto da Milano, ma i suoi frati vi continuarono la questua, e raccolti fondi sufficienti, mossero alla ricerca di luoghi adatti a fondar monasteri dell'Ordine, ad imitazione dei cinque famosi di Francia (Citeaux, La Fertè, Pontigny, Clairvaux e Morimond). Un gruppo, fra cui probabilmente alcuni frati francesi di Clairvaux si fermò appena fuori Milano, nella paludosa località di Rovegnano e, in omaggio a S.Bernardo (a cui Ugo di Champagne aveva donata in Francia sin dall'anno 1115 la valle di Clairvaux) diede vita all'abbazia di Chiaravalle (1135). Un altro gruppo di tredici monaci, francesi provenienti dal monastero di Morimond nlla diocesi di Langres, si allontanò di più dalla metropoli lombarda, oltrepassò Abbiategrasso e si fermò presso Bereguardo, non lungi dal Ticino, in una grangia denominata allora "Colonago" ed ora Cornate "VI Idus octobris in ac anno MCXXX quarto venerunt primitus habitare mnachi ad abbatiam de Coronato sita in valle Ticini". Era dunque il 10 ottobre dell'anno di grazia 1134. I tredici monaci del Cistercio, già organizzati in comunità con un Abate, si fermarono due anni a Colonago, poi si trasferirono nella vicina grangia di Faragiola, appartenente a Fulcherio da Besate, e vi fondarono l'Abazia di Morimondo. "Idus Novembris in hac die anno Dni MCXXXVI venerunt primitus habitare nìmonachi in hanc grangiam quae vocatur Morimundus". Un'altra epigrafe, precisante la data del 10 novembre 1134, esisteva sulla porta del monastero, e la dicitura ce ne è conservata dal Puricelli: "Anno MCXXXVI Patres Cistercienses ex prima Abbatia Morimundi praefati Ordinis hoc sacrum Coenobium a fundamentis erxerunt et die X Novembr. Habitavere, qui primitus per biennium in grancia Coronate steterunt, tempore S.Dni Innocentii II".
La fondazione del nuovo Chiostro di Morimondo fu favorita, oltrechè dalla pia donazione del terreno da parte di Fulcherio di Besate, da alcuni privilegi concessi dall'Arcivescovo di Milano Robaldo. D'altronde i monaci si posero subito al lavoro con pietà e solerzia, e verso la metà del secolo XII l'Abbazia era già fiorente per il gran numero dei suoi pii e tonacati abitatori che, secondo la regola cistercense, attendevano con operosità fervida alla bonifica e al dissodamento dei terreni circostanti.
Della fondazione del 1136 rimane anche un'altra prova in una lapide che l'Abate Commendatario di Morimondo Antonio Libanorio di Ferrara a metà del Seicento fece porre sulla facciata della Chiesa; ma vi si parla di certi Maginfredo e Bennone, "domini loci", i quali in realtà vissero solo cinquant'anni più tardi, poiché i loro nomi figurarono in documenti inoppugnabili del 1188. E' logico dunque pensare che la Comunità cistercense di Morimondo abbia cominciato a vivere nell'anno 1136, accomodandosi alla meglio i monaci nella grangia di Faragiola; e che poi, in mezzo secolo circa dopo, per le donazioni ingenti di Maginfredo e Bennone, sia stata iniziata l'erezione del Cenobio. Così infatti appare anche dall'architettura delle costruzioni: la vita di Morimondo, dal punto di vista artistico, comincia soltanto nella seconda metà avanzata del secolo XII.


indice


introduzione

i cistercensi e le origini di Morimondo

la storia dell'Abbazia

il convento e l'esterno della chiesa

l'interno della chiesa

il coro

pitture

importanza di Morimondo nell'arte e nella storia

da "Italia Sacra", II vol., sac. Alessandro Tamborini, Milano, 2 febbraio1928



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